Seconda Guerra Mondiale: i lavori più pericolosi fatti dalle donne (II parte)

I nazisti, messi sempre più alle strette e accerchiati da ogni parte, disperati e alla ricerca di nuove risorse, decisero di non relegare più le donne al solo ruolo di mogli e di madri. E così, per la prima volta, più di 450mila donne tedesche si unirono alle forze militari ausiliarie. E negli Stati Uniti, dove l’ostilità alle donne combattenti era molto forte, le donne sorpresero tutti arruolandosi nell’esercito, rovesciando i ruoli tradizionali e andando contro i benpensanti.

Germania: Adolf Hitler e Hanna Reitsch

Mentre Adolf Hitler inizialmente insisteva che le donne rimanessero a casa durante la guerra e si concentrassero sul loro ruolo di mogli e di madri, il bisogno sempre più disperato di risorse della Germania portò più di 450mila donne ad unirsi alle forze armate ausiliarie.

Nel luglio del 1943, il ministro della produzione bellica tedesco Albert Speer convinse Hitler ad autorizzare le donne a prestare servizio in unità antiaeree e dei proiettori con la Luftwaffe.

Ben 100mila donne tedesche avrebbero prestato servizio in questa funzione fino alla fine della guerra.

Come per l’ATS britannica, erano completamente addestrate nell’uso dei cannoni antiaerei, ma fu impedito loro di sparare.

Secondo un ordine emesso da Hitler alla fine del 1944, nessuna donna tedesca doveva essere addestrata all’uso delle armi.

La propaganda nazista metteva in guardia le donne delle forze ausiliarie, dicendo loro di non diventare flintenweiber, o “donne armate”, un termine derisorio che veniva usato per le donne combattenti sovietiche.

Negli ultimi disperati mesi del conflitto, Hitler però cedette e creò un battaglione di fanteria femminile sperimentale, ma la guerra finì (e il Führer si suicidò) ancora prima che potesse essere dispiegata sul campo.

Un totale di 39 donne ricevette la Croce di Ferro tedesca per il servizio fatto sul fronte, ma quasi tutte erano infermiere.

Tra quelle che non lo erano, c’erano le pilote sperimentali di Hitler, Hanna Reitsch e Melitta Schiller-Stauffenberg, due delle circa 60 donne che erano solite effettuare voli nazisti “di transito” per liberare i piloti maschi e consentire loro di svolgere il servizio attivo.

Stati Uniti: le donne del WAC e del WASP

Si è parlato molto del modo in cui le donne americane prestarono servizio sul fronte interno, alimentando le fabbriche che permisero agli Stati Uniti di diventare “l’arsenale della democrazia”.

Come nei conflitti passati, decine di migliaia di donne americane prestarono coraggiosamente servizio come infermiere, con oltre 1600 membri del solo corpo infermieristico dell’esercito americano che ottenne medaglie, citazioni ed encomi.

Ma molte altre donne si misero al servizio della causa bellica degli Stati Uniti in modo più attivo e pericoloso.

Sebbene gli Stati Uniti non inviarono mai le donne a combattere durante la Seconda Guerra Mondiale, il conflitto vide la nazione intraprendere passi importanti nell’integrazione delle donne nell’esercito in modo nuovo.

Dopo un acceso dibattito al Congresso sull’inversione dei ruoli di genere tradizionali implicati dall’arruolamento delle donne nelle forze armate, l’esercito americano diventò il primo ad arruolare le donne, creando il corpo delle armate ausiliarie delle donne (WAAC) nel maggio del 1942.

Nel luglio del 1943, grazie agli sforzi del direttore Oveta Culp Hobby, il WAAC venne convertito allo status di esercito regolare come corpo dell’esercito delle donne (WAC).

Influenzato dalle prestazioni delle donne soldato in Europa, il capo di stato maggiore dell’esercito, George C.Marshall, autorizzò alcuni membri del WAAC ad essere addestrati su batterie antiaeree e unità di proiettori, come le loro controparti inglesi e tedesche.

Ma a metà del 1943 sospese l’esperimento, temendo la protesta pubblica e l’opposizione del Congresso all’idea delle donne in ruoli di combattimento.

Più di 150mila donne prestarono servizio nel WAC durante la guerra e migliaia di loro vennero mandate nei teatri europei e del Pacifico.

Nessuno assistette ai loro combattimenti, ma il loro coraggioso servizio avrebbe portato ad una maggiore accettazione dell’idea delle donne nell’esercito.

Anche le donne americane presero il volo durante la Seconda Guerra Mondiale, poiché le forze aeree dell’esercito degli Stati Uniti (predecessore dell’Air Force) iniziarono ad addestrare le donne a pilotare aerei militari per liberare i piloti maschi per il servizio di combattimento.

Nel programma Women Airforce Service Pilots (WASP), le donne pilotarono bombardieri B-26 e B-29 e altri aerei pesanti tra le fabbriche e le basi militari in tutto il Paese, aerei nuovi, riparati o che dovevano essere testati, e bersagli trainati per artiglieri in aria e a terra per esercitarsi a sparare, usando munizioni vere.

Nel dicembre del 1944, quando il Congresso impose la chiusura del programma d’élite (più di 25mila donne vi si iscrissero durante la guerra, ma solo 1100 di esse finirono per prestarvi servizio), 38 pilote WASP avevano perso la vita a causa di incidenti aerei o di altri incidenti sulla linea del dovere.

I registri del programma furono classificati e tutte le tracce del programma scomparvero fino alla fine degli anni Settanta, quando il presidente Jimmy Carter concesse finalmente alle aviatrici pioniere lo status di veterane militari statunitensi.

Di Francesca Orelli

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