Supernova: rinvenute polveri fra le nevi dell’Antartide

Il ferro-60 è un isotopo radioattivo del ferro che si ritiene fosse presente sulla Terra primordiale ma sia nel frattempo decaduto, ovvero mutato in forme più stabili (la più abbondante è di gran lunga il ferro-56).

Nuove tracce di questo elemento possono essere prodotte dall’uomo, sia tramite esplosioni atomiche che dalle centrali nucleari.

Ma persino l’incidente di Fukushima ha generato una quantità di ferro-60 talmente bassa da non essere realmente misurabile.

Il ritrovamento di ferro-60 nei pressi della stazione di ricerca tedesca Kohnen in Antartide ha quindi destato l’interesse degli scienziati, anche perché si tratta di una zona particolarmente “al riparo” da inquinamento e contaminazioni provenienti da altre zone del pianeta.

Trasportati in un laboratorio di Monaco di Baviera, i 500 kg di neve sono stati analizzati tramite uno spettrometro di massa che ha rivelato anche scarse quantità di manganese-53, originato dall’interazione coi raggi cosmici, e ferro-55, prodotto dalle esplosioni nucleari.

La presenza di questi elementi è talmente ridotta da poter escludere un’origine non solo terrestre ma da parte di qualsiasi fenomeno interno al sistema solare.

Il ferro-60 è una conseguenza dell’esplosione di una supernova, e mettendo insieme tutti i dati i ricercatori ritengono sia proprio questa l’origine delle particelle rinvenute nelle nevi dell’Antartide.

Oltre che in crateri da impatto sulla Terra e sulla Luna, questo elemento era stato in precedenza rinvenuto fra i sedimenti sul fondo del Pacifico, e ulteriori ricerche indussero a ritenere sia la traccia lasciata da una supernova esplosa 2,5 milioni di anni fa.

Si ritiene il ferro-60 rinvenuto in Antartide si sia depositato nelle nevi negli ultimi vent’anni, ma non sarebbe questo il periodo della deflagrazione.

Lo spazio cosmico è tutt’altro che vuoto e in questo momento il sistema solare sta attraversando una Nube Interstellare Locale, formata da polveri di varia natura il cui studio ci aiuta a capire le origini e le interazioni fra la Terra, il Sole e gli altri corpi celesti.

Quando la supernova esplose, le polveri si sarebbero scontrate con la nube già esistente, comprimendola e accumulandosi sul bordo esterno. Questa è anche un’indicazione che forse il sistema solare sta uscendo dalla nube.

Ancora non sappiamo quale sia l’antica stella responsabile del rilascio del ferro-60 in Antartide né a quando risalga la sua esplosione, ma si trovava certamente abbastanza vicina al nostro pianeta (su scala galattica, naturalmente), la ricerca proseguirà quindi in questa direzione.

[Nella foto, la stazione Kohnen]

Di Corrado Festa Bianchet

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