La Cappella Sistina e il David sono, forse, le prime opere che la nostra memoria collega al genio di Michelangelo; accanto a queste, ce ne sono moltissime altre e, chissà, avrebbe potuto anche esserci un ponte a Costantinopoli.
Già, perché il biografo ufficiale di Michelangelo, Ascanio Condividi, autore de Vita di Michelagnolo Buonarroti parlò di un invito ufficiale da parte del sultano Bayazid, evento che citò pure il grande Giorgio Vasari.
Il ponte sul Bosforo
Proprio da questo evento storico certo, lo scrittore francese Mathias Énard è partito e ha scritto il romanzo storico ambientato a Costantinopoli con protagonista Michelangelo Buonarroti dal titolo “Parlami di battaglie, di re e di elefanti”.
Se, dunque, è vero che Michelangelo sia stato invitato alla corte del sultano, è plausibile che l’invito riguardasse la realizzazione di un ponte che serviva per unire le due rive del Bosforo, progetto sul quale anche Leonardo da Vinci si era già espresso, venti anni prima della vicenda narrata da Énard.
Il grande Leonardo, infatti, aveva ideato e progettato un ponte che unisse le due rive del Bosforo, ma l’idea non piacque. L’ipotesi di superare Leonardo e il clima ostile che viveva in Italia furono, secondo Mathias Énard, le molle che spinsero Michelangelo ad accettare l’invito del sultano.
Giulio II e gli scontri con Michelangelo
Nonostante il David, Michelangelo non stava vivendo un brillante periodo professionale in Italia: papa Giulio II reggeva le redini del gioco e, spesso e volentieri, teneva il talentuoso artista sulle spine, sia sul versante economico che morale.
Con gli altri artisti dell’epoca, come Raffaello e Bramante, non correva buon sangue, del resto la concorrenza difficilmente, in qualsiasi tempo, riesce a cementare se non amicizie almeno stime e relazioni positive.
In questo contesto, non possiamo faticare a capire che l’invito del sultano sia stato una manna dal cielo per Michelangelo che sperava di cambiare aria e ambienti per un po’ di tempo. Leggendo il romanzo scopriremo però che, ieri come oggi, tutto il mondo è paese…
Ma avremo anche il privilegio di immaginare la città di Costantinopoli e assaporare tutto il gusto orientale che la permea e che la rende la città magnetica e attrattiva che tutti riconoscono: dai sapori di spezie alle taverne malfamate, passando per lo sfarzo e i rigidi protocolli di corte.
A condire il tutto, la narrazione di Mathias Énard evocativa, ma precisa e pungente che riesce a far scorrere le pagine con velocità e interesse per il lettore che si ritrova, suo buon grado, immerso nella cinquecentesca Costantinopoli, sulle tracce di un genio rinascimentale.
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