La Pala dell’altare maggiore nella chiesa di San Filippo Neri realizzata da Carlo Maratta

Entrando nell’ampia sala liturgica della chiesa di San Filippo Neri si rimane avvolti, e affascinati, da una forte sensazione di luminosità. Questa è certamente data dal sapiente alternarsi di pieni e vuoti dei finestroni aperti nelle lunette che incidono la volta, ma il punto luminoso che più attrae è la grande pala posta sull’altare maggiore.  Il 12 dicembre scorso è tornata al suo antico splendore la pala raffigurante “La Madonna in gloria con il Bambino tra i Santi Battista ed Eugenio e i beati Amedeo e Margherita di Savoia”, dipinta da Carlo Maratta, dopo un complesso intervento di restauro, durato quattro mesi e finanziato dalla Fondazione CRT.  L’obiettivo dell’intervento è stato di restituire al quadro, realizzato ad olio su tela di lino, i suoi colori settecenteschi originali, limpidi e vivaci che il tempo (depositi di sporco organico, nero fumo, distacchi della pellicola pittorica) aveva compromesso; inoltre le analisi multispettrali hanno permesso la lettura delle sovrapposizioni e delle fasi storiche che hanno caratterizzato il dipinto nel suo percorso compositivo, giunto da Roma a Torino. Carlo Maratta (1625-1713) è considerato uno dei maggiori esponenti della pittura romana, in quel periodo sospesa tra classicismo e barocco. La sua produzione artistica è molto intensa, costituita da quadri da stanza, cicli ad affresco, tele e pale d’altare; fra i suoi committenti vi sono papa Alessandro VII e Clemente IX. Maratta, in contrapposizione con Bernini, contribuisce ad alimentare il dibattito sul Bello Ideale, per mantenere vivo il modello della tradizione classica e per attenuare l’enfasi barocca. Le sue composizioni hanno ritmi equilibrati, forme solide e precise, colori raffinati e limpidi; il suo stile, offrendo un’alternativa ai contemporanei, diventando così un caposcuola per tutta la seconda metà del Seicento.

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