Letteratura

Louisa May Alcott, femminista e abolizionista

Le vicende delle giovani protagoniste di Piccole Donne sono diventate famose in tutto il mondo e i suoi testi sono ormai dei classici fra i libri per ragazzi. Louisa May Alcott, scrittrice americana del XIX secolo, era molto più che un’autrice.

Meno noti rispetto ai suoi libri sono alcuni aspetti della sua vita: Louisa May Alcott fu anche una femminista convinta e una forte sostenitrice dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d’America.

Louisa May Alcott: la formazione

Proprio come Jo, la protagonista di Piccole Donne, May Alcott fu la seconda (di quattro) sorelle: nacque a Germantown nel 1832 da Amos, insegnante e filosofo trascendalista, e Abby May, attivista.

Il clima culturale familiare era molto vivace: il padre fondò una scuola sperimentale e aderì a un club trascendalista che permise a Louisa di entrare in contatto con personalità del calibro di Ralpho Waldo Emerson e Henry David Thoreau.

Oltre a loro, contribuirono alla formazione della scrittrice anche Nathaniel Hawthorne e Margaret Fuller, amici di famiglia. Fra le esperienze che contraddistinsero la sua gioventù ci fu l’adesione del padre a una utopica comunità vegetariana.

A Fruttilandia, la comunità vegetariana, lo stile di vita era molto particolare: bisognava nutrirsi di pane azzimo e minestrone ed era proibito indossare capi di lana. L’esperienza non fu particolarmente salutare e in breve la famiglia dovette tornare a una vita più ordinaria.

Le convinzioni paterne non riuscivano a garantire agio e benessere adeguato alla famiglia, motivo per cui Louisa, sin da giovane, si dedicò a numerosi lavori per sopravvivere, come la bambinaia o la sarta.

Femminismo e abolizionismo

Le difficoltà quotidiane non riuscirono a distrarre Louisa da tematiche e problematiche ben maggiori. Fu una convinta femminista: sostenne con forza il suffragio universale di voto femminile e si iscrisse per prima come votante in un’elezione scolastica di Concord.

Indipendente e battagliera, mal si conformava alle convenzioni e, in particolare, al matrimonio. Non si sposò mai e ritenne sempre il matrimonio una forma di dipendenza: a questa visione, molto probabilmente, contribuirono i suoi sforzi, sin da giovane, per mantenere se’ stessa e la sua famiglia.

Inoltre, fu una convinta sostenitrice dell’abolizione della schiavitù: insieme con la famiglia collaborò con la rete clandestina Underground Railroad (Ferrovia sotterranea) che aiutava gli schiavi che intendevano fuggire.

L’atmosfera che avvolge la tetralogia delle Piccole Donne, probabilmente, è fuorviante rispetto a quelle che furono sia la vita che le convinzioni di Louisa May Alcott, una donna che lottò moltissimo per la conquista dei diritti civili e sociali delle donne e l’abolizione della schiavitù.

LEGGI ANCHE:

Donne nella storia e nella letteratura: “La strega innamorata” di Pasquale Festa Campanile

Libri censurati: il caso de “Il buio oltre la siepe”

Scrittori che corrono: Joyce Carol Oates e gli altri

Famiglia: sempre più romanzi contemporanei ne parlano

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *