Letteratura

Il mito di Narciso, fra bellezza e crudeltà

Una rara bellezza unita alla cieca crudeltà fanno di Narciso uno dei miti più famosi di sempre, il cui nome fuoriesce dal campo della mitologia greca, per essere ampiamente utilizzato in psicanalisi in presenza dell’eccessiva vanità e auto ammirazione.

Analogamente a numerosi altri miti, anche quello di Narciso ha subito, nel corso dei secoli, vari adattamenti; fra le varie versioni, quella di Ovidio, descritta nelle Metamorfosi, è una delle più conosciute.

Narciso nelle Metamorfosi di Ovidio

Giovane e bello, il Narciso di Ovidio è talmente affascinante che ogni essere umano che lo incontra, a prescindere dal sesso e dall’età, cade innamorato. E, puntualmente, respinto. Infatti, Narciso è talmente presuntuoso da non ricambiare l’amore di alcuno.

Il suo ostinato rifiuto dell’amore altrui si imbatte, un giorno, nella ninfa Eco che, impossibilitata a comunicare verbalmente con lui, lo abbraccia. Narciso la respinge e la delusione sarà talmente forte che la ninfa trascorrerà il resto dei suoi giorni vagando solitaria nei boschi.

Nel suo vagabondare, Eco geme in continuazione di dolore e i suoi lamenti vengono uditi da Nemesi, dea della mitologia greca che provvede a dare giustizia e a punire i malvagi, che decide di intervenire.

Narciso, per mano di Nemesi, vede la propria immagine riflessa in uno specchio d’acqua e rimane colpito dalla bellezza della figura che ha di fronte, senza rendersi conto che è lui stesso, fino ad innamorarsene.

Non appena realizza che il riflesso è lui e, quindi, non potrà mai vedere l’amore per l’immagine corrisposto, decide di lasciarsi morire. Una volta spirato, il suo corpo si trasforma nell’omonimo fiore.

Il mito, come narrato da Ovidio, si conclude con il viaggio di Narciso sul fiume Stige per raggiungere il regno dei morti: Narciso, nonostante tutto, getta un’ultima occhiata sulle acque del fiume pur di vedere ancora una volta la sua immagine.

L’influenza di Narciso nella letteratura 

Vanitoso e pieno di sé, Narciso ha colpito non solo gli antichi, ma anche scrittori più vicini ai giorni nostri. Per esempio, il tema della bellezza e della giovinezza sono temi centrali nel Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde.

Lo scrittore tedesco Herman Hesse ha intitolato Narciso e Boccadoro uno dei suoi romanzi più famosi nel quale Narciso, nelle vesti di monaco medievale, affascina non per la bellezza, bensì per l’intelligenza.
Il famoso L’alchimista dello scrittore brasiliano Paulo Coelho inizia con un riferimento a Narciso, mentre nel campo della poesia il giovane e bel dio greco è stato richiamato nei testi di Giovanni Pascoli, John Keats ed Alfred Edward Housman, fra gli altri.

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