Affaire Dreyfus: la voce degli scrittori

Una signora delle pulizie che, svuotando un cestino, trova dei fogli di carta ha scritto parte della storia moderna: dal ritrovamento di questi fogli è scaturito l’Affare Dreyfus, il caso giudiziario, militare e sociale che ha sconvolto la Francia a cavallo fra Ottocento e Novecento.

Affare Dreyfus

La vicenda è tristemente nota: siamo sul finire del settembre 1894 e fra i rifiuti dell’Ambasciata tedesca a Parigi vengono rinvenuti fogli che contenevano notizie ed informazioni militari riservate e che solo un ufficiale di Stato maggiore poteva conoscere.

La caccia alla spia parte in quarta e, dall’analisi della calligrafia, viene individuata nel capitano ebreo Alfred Dreyfus che viene, quindi, travolto dall’accusa di tradimento e spionaggio a favore della Germania.

Le accuse si riveleranno infondate e Dreyfus, dopo essere stato condannato e imprigionato nell’Isola del Diavolo, nella Guyana francese, verrà riconosciuto innocente nel 1906 e riabilitato nell’esercito.

J’accuse di Emile Zola

Maturato in un contesto di spionaggio militare, l’Affaire Dreyfus ha avuto un eco nella società della Francia di allora enorme: erano gli anni difficili successivi alla guerra franco – prussiana e dell’inasprirsi dell’antisemitismo.

Fu, quindi, inevitabile che moltissimi intellettuali e scrittori prendessero posizioni sulla questione. Il più importante intervento fu di Emile Zola che pubblicò, il 13 gennaio 1898, l’editoriale intitolato J’accuse sul quotidiano “L’Aurore”. 

Apertamente a favore di Dreyfus, Emile Zola pubblicò sotto forma di lettera indirizzata al Presidente della Repubblica francese la sua denuncia contro le numerose irregolarità e illegalità che videro l’ufficiale francese vittima di uno degli errori giudiziari più importanti della storia.

L’intervento di Zola ebbe un fortissimo impatto mediatico: fra questi, ricordiamo la “Petizione degli intellettuali” sottoscritta da numerose personalità dell’epoca, fra cui gli scrittori Marcel Proust, André Gide e Anatole France.

Non ci sono dubbi che l’editoriale a firma di Zola sia stata la manifestazione di sostegno ad Alfred Dreyfus più importante e decisiva, tanto da contribuire con determinazione alla riapertura del caso. Ma non fu l’unica.

Il giornalista Bernard Lazare fu tra i primi a scendere in campo a favore di Dreyfus. Nel 1896 pubblicò in Belgio il pamphlet L’Affaire Dreyfus – Une erreur judiciaire (L’Affare Dreyfus – Un errore giudiziario).
Già prima del J’accuse di Emile Zola, l’intellettuale e scrittore Octave Mirbeau prese apertamente una posizione in favore dell’ufficiale ebreo; ricordiamo, inoltre, che anche la poetessa Anna de Noailles fu dalla parte di Dreyfus.

L’importanza dell’Affare Dreyfus fu tale da meritare spazio anche in romanzi storici contemporanei: Robert Harris ha scritto un intero romanzo in merito (L’ufficiale e la spia), mentre Simone Simonini, protagonista de Il cimitero di Praga di Umberto Eco, ne viene coinvolto.

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