Oates e gli altri scrittori fantascientifici “d’occasione”

In ordine di tempo, l’ultima è stata Joyce Carol Oates, autrice tanto prolifica quanto amata dal pubblico per le sue storie così attuali, contemporanee e realistiche, a cimentarsi con un genere differente da quelli che l’hanno consacrata, la fantascienza.

Prima di lei, fra gli autori di best seller che si sono messi alla prova con i libri di fantascienza, in tempi recenti, ricordiamo il premio Nobel Kazuo Ishiguro e Ian McEwan, vincitore del Booker Prize con “Amsterdam”.

Kazuo Ishiguro, “Non lasciarmi”

Kazuo Ishiguro, britannico, ma di origine giapponese, ha legato la sua fama di scrittore alla rievocazione del passato, sia individuale che collettivo, negli anni del secondo dopoguerra, quelli in cui il mutamento dei costumi si è fatto maggiormente sentire.

Nonostante la predilezione per questi temi, non ha mancato di mettersi alla prova con la scrittura di un libro di fantascienza: è del 2005 “Non lasciarmi”, romanzo ucronico che ha sin da subito conquistato pubblico e critica.

Il Time lo elesse miglior romanzo dell’anno e lo inserì nella lista dei cento migliori romanzi in lingua inglese fra il 1920 e il 2005; nel 2010 il regista Mark Romanek lo portò sul grande schermo con Carey Mulligan nel ruolo della protagonista Kathy.

Nel 2005 “Non lasciarmi” finì nella cinquina dei libri finalisti al Booker Prize; è del 2017 l’onorificenza più ambita, il Premio Nobel per la Letteratura che premia l’attività di scrittore di Kazuo Ishiguro.

Ian McEwan, “Macchine come me”

Britannico come Ishiguro, Ian McEwan è uno scrittore della narrativa contemporanea che ha saputo scavare nella profondità della psiche umana e ne ha restituito quadri cupi, morbosi, inquietanti, ma apprezzati dai lettori.

E dal cinema che ha trasposto diversi suoi romanzi, fra cui “Il giardino di cemento” e “Atonement”. Vincitore del Booker Prize nel 1998 con “Amsterdam”, ha ceduto all’eco delle sirene dei libri di fantascienza.

Anche McEwan ci prova con i libri di fantascienza, genere molto distante dal suo terreno di scrittura: pubblicato nel 2019, “Macchine come me” ha tutti gli ingredienti dei libri di questo genere.

Ci troviamo nel 1982 e poco più che trentenne Charlie utilizza l’eredità della madre per acquistare un robot che ha intelligenza e sentimenti propri, un tema spinoso che, nel corso del romanzo, farà emergere interrogativi e dubbi a cui ognuno di noi darà risposte diverse.

Joyce Carol Oates, “Pericoli di un viaggio nel tempo”

Alla scrittrice statunitense piace sperimentare e, scorrendo i generi delle sue opere, vediamo che li ha testati quasi tutti, dal romanzo alla narrativa per ragazzi passando per saggi e poesie. Mancava solo la fantascienza.

E ha rimediato: in “Pericoli di un viaggio nel tempo” la protagonista è un’adolescente – età particolarmente apprezzata dalla Oates nei suoi romanzi – che, rea di aver posto qualche domanda di troppo, viene punita con l’esilio.

Un romanzo impegnativo, come lo sono i temi affrontati, che è all’altezza della fama della scrittrice, considerata una delle voci più importanti della narrativa contemporanea, che ha saputo sempre unire qualità alla quantità di opere edite.

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