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Forme uniche della continuità nello spazio di Umberto Boccioni

Moneta da 20 centesimi di euro di conio italiano.

La scultura in bronzo dal titolo “Forme uniche della continuità nello spazio è indubbiamente l’opera più nota dell’artista futurista Umberto Boccioni ed è considerata uno dei massimi capolavori del Futurismo italiano. Simbolo del movimento e della fluidità, l’immagine della scultura realizzata da Boccioni è stata raffigurata sul retro delle monete da 20 centesimi di euro coniate in Italia.

Storia dell’opera

Nonostante Umberto Boccioni si fosse formato artisticamente come pittore, cominciò ad interessarsi alla scultura nel 1912, con l’intento di rinnovarla totalmente e di rappresentare un “continuum sintetico” del movimento, ovvero una sintesi della continuità di un corpo in moto. L’opera originale “Forme uniche della continuità nello spazio”, realizzata nel 1913, è in gesso ed è conservata presso il Museo di Arte Contemporanea a San Paolo in Brasile.

La fusione in bronzo della scultura originale non fu mai realizzata durante il corso della vita dell’artista, ma venne riprodotta soltanto negli anni successivi. Ad oggi esistono diverse riproduzioni dell’opera in bronzo, conservate presso vari musei del mondo, tra cui il Museum of Modern Art (MoMA) di New York, il Metropolitan Museum of Art, la Tate Modern di Londra e il Museo del Novecento di Milano.

Una fusione in bronzo del capolavoro di Boccioni, in seguito alla sua scomparsa, fu destinata alla Galleria Nazionale di Cosenza su iniziativa di Filippo Tommaso Marinetti, che realizzò il desiderio dell’amico di essere presente nella sua regione d’origine con una sua scultura.

Descrizione dell’opera

Nell’opera di Boccioni si può riconoscere la fisionomia di una figura umana in cammino, in cui si riconoscono i muscoli dei polpacci, le ginocchia, il busto e un abbozzo del volto. Alla figura mancano, però, mancano alcune parti anatomiche, come ad esempio le braccia. Più che un uomo, la scultura sembra raffigurare una macchina o un insieme di ingranaggi in movimento.

Umberto Boccioni, Forme uniche della continuità nello spazio, 1913, Metropolitan Museum of Art, New York.

L’opera si sviluppa attraverso l’alternarsi di pieni e di vuoti, di curve concave e convesse, che generano degli incredibili effetti di chiaroscuro e che, osservando la statua dai vari punti di vista, costruiscono delle figure che sembrano sovrapporsi di continuo.  La figura non ha dei contorni ben definiti e sembra espandersi nello spazio circostante, come se essa stessa plasmasse le forme.

Se si osserva la statua lateralmente, sembra di vedere una figura umana che avanza con un movimento energico. Se invece si osserva la statua da un punto di vista frontale, sembra di vedere un movimento torcente o di avvitamento delle forme nello spazio.

Boccioni commentò così la sua idea di “continuum sintetico” del movimento, che si distanziava dagli altri artisti a lui contemporanei e a cui si ispirò per realizzare il suo capolavoro scultoreo:

«Questo succedersi, mi sembra ormai chiaro, non lo afferriamo con la ripetizione di gambe, di braccia, di figure, come molti hanno stupidamente supposto, ma vi giungiamo attraverso la ricerca intuitiva della forma unica che dia la continuità nello spazio.»

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