Storia

Prima Guerra Mondiale: come aiutò le donne a dire addio al corsetto (I parte)

La Prima Guerra Mondiale, oltre a provocare milioni di morti, ebbe anche dei “meriti”, perché non solo rese più libere le donne, ma le aiutò anche a disfarsi di una “prigione” che, da anni, le soffocava e causava loro indicibili dolori e problemi alla schiena: il corsetto.

I massicci cambiamenti culturali, avvenuti durante e dopo la Prima Guerra Mondiale, aiutarono le donne non solo a liberarsi di ruoli molto limitanti, ma anche dei corsetti, che le legavano ancora al secolo precedente.

La nascita, e la successiva evoluzione, del moderno reggiseno, avvenuta proprio in quel periodo, rimodellò completamente l’immagine di ciò che una donna avrebbe potuto essere, sia che prestasse servizio nello sforzo bellico, sia che combattesse per il diritto di voto o ballasse in un abito stile flapper alla fine della guerra.

Breve storia del reggiseno: dall’antica Roma al XX secolo

Il corsetto, così come il reggiseno, non ha un vero e proprio inventore: sia l’uno, sia l’altro, furono sviluppati in luoghi diversi e molte persone sottoscrissero brevetti nel corso degli anni, modificandone o migliorandone il design.

Quello che però è sicuro è che, i primi reggiseni, risalgono nientedimeno che all’antica Roma: i mosaici della Villa Romano del Casals, in Sicilia, mostrano donne mentre fanno ginnastica con lo strofio, una semplice fasciatura di stoffa che veniva usata per sostenere il seno.

Nel 1500 i corsetti – indumenti intimi stretti e strutturati che si estendevano da sotto il petto ai fianchi – divennero la biancheria intima preferita dalle donne delle classe medie e alte in gran parte dell’Europa.

Il corsetto costrittivo avrebbe regnato sovrano fino al XX secolo, quando le donne iniziarono a respirare più liberamente (e a non svenire più, né tanto meno ad avere problemi alla schiena) grazie al reggiseno.

Anche se il primo prototipo di reggiseno, risalente a seicento anni fa, è stato trovato di recente in un castello in Austria, il merito dell’invenzione del primo “reggiseno moderno” va alla designer francese Herminie Cadolle, che nel 1869 tagliò in due un corsetto e lo chiamò “corsetto gola”.

La creazione della Cadolle all’epoca era considerata un po’ scandalosa. Ci sarebbero volute due Guerre Mondiali – e un brevetto – perché il reggiseno decollasse davvero.

3 novembre 1914: il primo brevetto del moderno reggiseno viene depositato da Mary “Polly” Phelps Jacob

La socialite americana Mary “Polly” Phelps Jacob brevettò il “reggiseno” il 3 novembre 1914, anno in cui scoppiò la Prima Guerra Mondiale in Europa.

Presentando il brevetto con lo pseudonimo di Caresse Crosby, aveva ideato il concetto mentre si stava vestendo per un ballo.

Lo scomodo corsetto, in quel momento, spuntò attraverso il vestito, spingendo lei e la sua cameriera a cucire insieme due fazzoletti per ottenere un supporto più flessibile.

La sua invenzione non decollò mai del tutto (anche se continuò a scuotere il mondo dell’editoria parigina, che in quel momento stava stampando le opere di Ernest Hemingway, Anais Nin e James Joyce) e, alla fine, lei vendette il brevetto alla Warner Brothers Corset Company per 1500 miseri dollari.

Quando però gli Stati Uniti entrarono nella Prima Guerra Mondiale, nel 1917, l’influenza della moda europea e il ruolo mutevole delle donne contribuirono ad aprire numerose porte alle donne e ad abbandonare, per sempre, la trappola dei corsetti e ad abbracciare, in modo definitivo, la via del reggiseno.

La Francia, la capolista dei cambiamenti della moda

Nel 1900 le donne indossavano corsetti e abiti che le coprivano dal collo alle caviglie. Negli anni Venti però gli abiti raggiunsero la metà del polpaccio e, sempre più donne, indossavano reggiseni e cinture morbide anziché i corsetti.

Gli stilisti francesi ebbero un impatto enorme sulla moda globale: Paul Poiret e Coco Chanel, fin dall’inizio del XX secolo, sostennero l’idea della silhouette dritta, non di quella a clessidra provocata dall’uso del corsetto.

Nella sua autobiografia, scritta nel 1931, dal titolo non così umile Il re della moda, lo stilista Poiret rivendicava il merito esclusivo del reggiseno, scrivendo:

Fu in nome della Libertà che proclamai la caduta del corsetto e l’adozione del reggiseno…sì, ho liberato il busto.”

Gli studiosi della storia della moda e del costume però rifiutano quest’affermazione audace, citando i centinaia di anni di storia della moda dietro Poiret…e i numerosi cambiamenti culturali che si erano già verificati intorno a lui.

Le donne durante la Prima Guerra Mondiale

L’influenza della Prima Guerra Mondiale, infatti, contribuì a rendere popolare il reggiseno tra le donne.

Il primo conflitto mondiale cambiò il ruolo delle donne in tutto il mondo. Gli anni tra il 1914 e il 1918 furono un periodo di tumulto, che portò ad un grande cambiamento catastrofico.

Le persone iniziarono a guardare alle loro vite in modo diverso e ad esaminare quello che potevano dare alla loro comunità.

Le donne cominciarono a lavorare nell’industria bellica e a fabbricare munizioni. E di certo non potevano farlo con indosso il corsetto.

Nove milioni di donne, solo in America, si unirono allo sforzo bellico in vari modi.

Le donne che prestavano servizio all’estero, in particolare, ricevevano uno stipendio per prendersi cura dei loro indumenti intimi. E c’erano sempre più donne alla ricerca di indumenti intimi adatti, e comodi, ai loro nuovi ruoli.

Nel 1918 oltre 3000 americane prestavano servizio come infermiere in oltre 750 ospedali in Francia.

Quasi 12mila donne si unirono alla Marina come yeoman, o sottufficiali, lavorando come meccaniche, camioniste, operatrici radiofoniche e telefoniche, traduttrici e addette alle munizioni.

Settemila donne presentarono domanda per diventare le cosiddette “Hello Girls”, le centraliniste che lavoravano per il Signal Corps dell’esercito americano e, di queste, 223 vennero inviate all’estero.

Di Francesca Orelli

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