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Chinampa: la coltivazione galleggiante azteca

Come è ben noto, la dieta degli Aztechi comprendeva prodotti tipici del luogo come pomodori, peperoni, fagioli e mais. La chinampa rappresenta una particolare tecnica agricola che consentiva a questo popolo precolombiano di garantirsi il sostentamento per la sopravvivenza.

I primi esempi di chinampa risalgono al medio periodo postclassico (tra il 1150 e il 1350), e consistevano in quelli che possono essere definiti come dei piccoli giardini galleggianti. L’esempio più emblematico può invece essere considerato quello della capitale Tenochtitlán, la quale era situata proprio su un’isola nel lago Texcoco.

La struttura delle chinampa: una rete commerciale sospesa in acqua

Queste piccole zone di coltivazione contornate dall’acqua misuravano circa 30 metri in lunghezza e 2 metri e mezzo in larghezza, ed erano formate portando oltre il livello dell’acqua i sedimenti del fondale, mischiandoli con fanghiglia, piante in decomposizione e anche escrementi umani.

Per sfruttare al meglio le terre abilmente coltivate, inoltre, gli aztechi avevano previsto un sofisticato sistema di dighe che consentivano agli altri laghi presenti nell’area di far confluire l’acqua nel Texcoco, in modo da mantenere stabile il livello dell’acqua.

Le piattaforme di fango usate per la coltivazione venivano distanziate di quel tanto che bastava per permettere il passaggio delle piccole imbarcazioni che solcavano il lago, e venivano puntellate sul fondale grazie ai rami dei salici, i quali costituivano anche lo scheletro della chinampa.

In questo modo, era possibile creare una vera e propria rete di comunicazione tra i campi, i quali si presentavano in maniera suggestiva anche dal punto di vista estetico, componendo forme geometriche e squadrate molto peculiari.

La distruzione europea dell’ingegno mesoamericano

L’arrivo degli europei segnò la fine di una società progredita che senza le malattie e la corruzione portate dagli stranieri sarebbe potuta resistere per un tempo indefinito.

Nella sua conquista senza esclusione di colpi, Cortez ordinò agli spagnoli di distruggere quel mondo, cancellando la città di Tenochtitlán e ovviamente anche il suo sistema di coltivazione.

La tracotanza dei conquistadores li portò anche a prosciugare il lago Texcoco, con l’idea di rendere fertile (nonostante lo fosse già prima del loro arrivo) il terreno intorno a quella che si sarebbe chiamata adesso Città del Messico.

Gli alti livelli di sale presenti nel lago, però, lasciarono agli europei l’amaro in bocca, oltre ad un territorio impossibile da coltivare e destinato a diventare una grande area desertica.

Nonostante ciò, ad oggi nella regione di Xochimilco è ancora presente un sistema di chinampa di circa 2.000 ettari, nel quale lavorano circa 10.000 braccianti (chinamperos).

Oltre ad essere un patrimonio culturale riconosciuto dalla FAO in grado di tutelare la flora e la fauna del luogo, quella che rimane una delle ultime coltivazioni di questo genere conservate sulla terra produce circa 40.000 tonnellate di prodotti freschi ogni anno.

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