William Shakespeare: l’archeologia sta rivelando nuove ombre sulla vita del Bardo (e sulla sua morte)-III parte
Una mostra online, che dovrebbe essere disponibile dall’inizio di maggio 2020, presenterà manufatti scannerizzati in 3D recuperati dal sito di New Place.
Questi oggetti, alcuni dei quali potrebbero essere appartenuti a William Shakespeare in persona, sono stati scelti per caratterizzare lo sviluppo cronologico e le attività intraprese sul sito.
L’accesso aperto a questi oggetti virtuali consentirà la diffusione di questi importanti risultati e il potenziale, per gli altri studiosi, di continuare la ricerca.
Qui giace William Shakespeare: il mistero della sepoltura
Le prove archeologiche recuperate dalle indagini non invasive del luogo di sepoltura di Shakespeare sono state usate anche per fornire ulteriori prove del suo credo personale e familiare.
Il radar a penetrazione terrestre a frequenza multipla (GPR) è stato usato per indagare sulle tombe della famiglia Shakespeare, situate sotto il coro della Holy Trinity Church.
Numerose leggende circondano il luogo di sepoltura di William Shakespeare. Tra questi c’erano i dubbi sulla presenza di una tomba, i suoi contenuti, i racconti di un furto grave e le ipotesi di una grande cripta di famiglia.
Il lavoro degli archeologi ha confermato l’esistenza di tombe poco profonde sotto le lapidi e che i vari membri della famiglia di Shakespeare non furono sepolti all’interno di bare, ma avvolti in semplici sudari.
L’analisi ha concluso che, probabilmente, la tomba di William Shakespeare non solo è stata profanata in passato, ma ha visto anche la rimozione del cranio del Bardo. Ciò conferma storie e leggende che hanno cominciato a girare già due secoli fa.
Queste tombe familiari occupano una posizione significativa (e costosa) nella Holy Trinity Church.
Nonostante questo però la semplice natura della tomba di Shakespeare, priva di simboli o di ornamenti d’élite, nonché di una grande cripta familiare, unita alla sua convinzione che non sarebbe mai stato disturbato da morto, conferma una semplice pratica regionale basata sulla pia osservanza religiosa e un’affinità con la sua città natale.
C’è ancora così tanto che non sappiamo sulla vita di Shakespeare, quindi è una scommessa sicura che i ricercatori continueranno ad indagare, indipendentemente dalle prove che ci siano.
Le tecnologie archeologiche disponibili possono dare informazioni quantificabili, che non sono disponibili attraverso la tradizionale ricerca shakespeariana, ma proprio come per altre discipline, l’interpretazione – basata sull’evidenza – sarà la chiave per svelare i misteri che circondano ancora la vita (e la morte) del più grande scrittore della letteratura inglese.
Di Francesca Orelli
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