NewsPitturaStoria

Guernica: una situazione purtroppo sempre più attuale (parte II)

Guernica ci ha lasciato un monito importante. Un monito che in questo periodo sembra che il mondo abbia dimenticato. Scene come quella impressa sul dipinto di Picasso abbiamo sperato di non vederne più, ma ora come non mai ci sembra tutto così vicino. Ma vediamo perché. Cosa è successo?

Come sappiamo dalle notizie che stanno inondando i telegiornali, tra gli Stati Uniti e l’Iran non scorrono buoni rapporti.

Tutto comincia il 3 gennaio 2020, quando gli Stati Uniti attaccano e bombardano una specifica area iraniana, uccidendo il generale Qassem Soleimani. Vi ricorda qualcosa? Bene, l’Iran ovviamente non sta a guardare e risponde attaccando alcune basi americane sparse sul suolo iracheno. Qui tutto si ferma. Per il momento. Perché la situazione potrebbe peggiorare ancora, portando a un’evoluzione catastrofica.

Come un conflitto tra Stati Uniti e Iran potrebbe innescare un conflitto globale

Per capire meglio la situazione odierna dobbiamo fare un passo indietro e tornare al 2018, quando Donald Trump annuncia l’intenzione di ritirarsi dall’accordo nucleare, mediato dall’allora presidente Barack Obama nel 2015.

Un successivo rapporto di The Independent avverte che il palcoscenico era stato preparato per una guerra totale. Questo perché la decisione di Trump di adottare una linea dura, aumentava il rischio di far arrabbiare molti Paesi, soprattutto nella parte orientale del globo.

Come riportava The Independent all’epoca dei fatti, Arabia Saudita e Israele, i due stati che avevano esercitato pressioni su Trump per sabotare l’accordo nucleare, hanno sollecitato a lungo Washington a intraprendere un’azione militare contro l’Iran.

E tale azione appare sempre più probabile dopo l’uccisione di Soleimani e lo sciopero dei droni all’aeroporto internazionale di Baghdad del 4 gennaio. Trump, che ha ordinato direttamente l’attacco, ha twittato un’immagine della bandiera americano poco dopo la notizia.

Mentre Washington e Teheran si scambiano minacce a seguito dell’assassinio, alcuni temono che Russia e Cina non restino a guardare e possano essere trascinati dentro le righe, aprendo così la strada a una guerra di scala mondiale. Infatti, il ministro degli esteri russo, Sergei Lavrov, ha già espresso le sue condoglianze alla controparte iraniana.

Lavrov ha anche sottolineato che tali azioni da parte degli Stati Uniti violano gravemente le norme del diritto internazionale, secondo una dichiarazione rilasciata dal governo russo.

La Cina possiede navi nel Golfo di Oman e, recentemente, ha effettuato alcune esercitazioni navali congiunte sia con l’Iran che con la Russia, aumentando così la prospettiva che anche Pechino potesse essere coinvolta.

E con l’Arabia Saudita già impegnata in un conflitto con i ribelli Houthi appoggiati dall’Iran nello Yemen, una qualsiasi escalation di Teheran potrebbe essere accolta con una risposta.

Nel frattempo, l’ammiraglio Lord West, ex ufficiale della Royal Navy, ha dichiarato che sarebbe molto difficile per il Regno Unito evitare una possibile guerra, con la Gran Bretagna e il Stati Uniti in forte cooperazione militare nella regione coinvolta.

Regno Unito e Iran

Anche il Regno Unito ha recentemente avuto un incontro diplomatico con l’Iran, dopo che Teheran ha tentato di dimostrare la sua potenza militare nello Stretto di Hormuz. La confisca di una nave britannica arriva settimane dopo che la Gran Bretagna ha contribuito a sequestrare la petroliera Grace 1 al largo di Gibilterra. Il governo inglese affermò che la nave iraniana trasportava petrolio in Siria, in violazione delle sanzioni dell’Unione Europea.

L’allora segretario Jeremy Hunt descrisse il sequestro di rappresaglia dell’Iran come una mossa illegale, ritenendola “assolutamente inaccettabile”.

In un filmato rilasciato dal governo iraniano a luglio, truppe armate che indossano maschere da sci sono state viste mentre si aggiravano sul ponte della petroliera britannica da un elicottero sospeso sopra di loro. Questa mossa venne definita come una copia carbone di quella subita nell’operazione della Royal Navy a Gibilterra.

L’Iran sembra inviare due chiari messaggi al Regno Unito: “vogliamo che la nostra petroliera torni indietro” e “guarda cosa possiamo combinare nel Golfo Persico, possiamo andare oltre”.

Mare della Cina del Sud

Le tensioni aumentano anche nel mare meridionale cinese, tra gli Stati Uniti e la Cina. Pechino vede la distesa al largo delle coste dell’Asia orientale come territorio sovrano, mentre Washington considera la militarizzazione cinese dell’area come una riscrittura trasparente delle regole internazionali.

Nessuna delle due vuole arretrare ed entrambi non sembrano affatto interessati a raggiungere un compromesso.

Pechino sta cercando di estendere i suoi confini ed espandere il controllo delle acque periferiche. La priorità geopolitica e geostrategica della Cina è quella di rivedere o cambiare l’ordine internazionale esistente che si è basato su un complesso sistema di regole, leggi e costumi che governano vari beni comuni, compreso il mare meridionale cinese. E il revisionismo porta a un inevitabile confronto.

La minaccia della Russia per l’Europa

Le crescenti tensioni tra Russia e Ucraina hanno raggiunto il culmine nell’ottobre 2018, quando l’allora presidente ucraino Petro Poroschenko espresse le sue preoccupazioni per una possibile guerra su vasta scala con la Russia, a seguito del sequestro di tre delle navi ucraine nel Mar d’Azov.

Il Guardian riferisce che, dopo aver aperto un ponte sullo stretto di Kerch, la Russia ha gradualmente portato l’intera area sotto il suo controllo, causando gravi danni economici ai porti commerciali dell’Ucraina.

Questa dominazione, combinata con i precedenti progressi della Russia nell’Ucraina orientale, ha spinto gli occidentali a rispondere. Il capo dell’esercito britannico, il generale Mark Carleton-Smith, afferma che oggi la Russia rappresenta un’indiscutibile minaccia molto grande per la sicurezza nazionale, rispetto alle minacce estremiste islamiche come l’Isis. Un’affermazione molto forte che dovrebbe far riflettere.

Per concludere il nostro viaggio nella mente odierna di Picasso, possiamo dire che alla fine Guernica non sembra avere un significato esclusivo. E forse è proprio questa ambiguità, la mancanza di specificità storica o il fatto che guerre brutali, come quella tra Stati Uniti e Iran, continuano a essere combattute, che mantiene Guernica senza tempo e universalmente paragonabile oggi come lo è stata nel 1937.

Fonte immagine: Pixabay

Articolo scritto da Silvia Saltarelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *