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Lo spettacolo della bioluminescenza lungo le spiagge attorno al mondo

Luci al neon che rendono l’oceano simile al cielo stellato con sfumature che vanno dal blu al verde al rosso: non un sofisticato gioco di proiezioni su base tecnologica ma lo spettacolo della natura noto come bioluminescenza.

Si tratta di un fenomeno generato dalla biochimica di alcuni esseri viventi, animali o vegetali, con scopi che variano dall’autodifesa fino all’opposto, l’attrarre potenziali vittime se l’animale bioluminescente è un predatore, oppure è parte del rituale di accoppiamento e in questo caso chi si tenta di attrarre è il potenziale partner per la riproduzione.

L’esempio più comune di bioluminescenza alle nostre latitudini è probabilmente rappresentato dalle lucciole, ma tale caratteristica può essere prerogativa di svariate forme di vita e nel caso dello spettacolo degli oceani e spiagge che si colorano di notte il protagonista va nella maggior parte dei casi ricercato in microscopiche alghe che costituiscono un gruppo del fitoplancton noto come dinoflagellate o pirrofite.

Nello specifico, la Noctiluca scintillans è in grado di generare luce grazie a una serie di reazioni chimiche che coinvolgono la luciferina, una molecola presente in varie forme nelle creature bioluminescenti, dalle lucciole alle lumache ai batteri.

Ma lasciamo l’aspetto prettamente scientifico del fenomeno e vediamo alcune località sparse nel mondo in cui è possibile osservare questo spettacolo, ricordando sempre che, essendo coinvolti esseri viventi parti di un’ecosistema, le possibilità che si verifichi possono variare a seconda delle condizioni ambientali e climatiche, di volta in volta.

 

 

La Baia di Jervis

Ubicata lungo le coste orientali dell’Australia, la Jervis Bay è rinomata per le spiagge di sabbia bianca, la possibilità di avvistare, delfini e balene ma anche foche e pinguini, oltre al Booderee National Park con la ricchezza di fauna e flora e acque cristalline. Sulle spiagge di questa località del Nuovo Galles del Sud australiano di notte è possibile ammirare le sfumature bluastre della Noctiluca scintillans in forma di onde che si frangono sulle sabbie immacolate.

Baia di Jervis
Hyams Beach, Jervis Bay, Australia (CC BY-SA 3.0)

Ha Long Bay, Vietnam

Ha Long Bay è la meta più visitata per ragioni turistiche in Vietnam, e una delle principali in Asia, grazie alle sue bellezze naturalistiche come le verdeggianti foreste pluviali e le isole calcaree che torreggiano come pilastri sulle acque turchesi, le grotte celanti stalattiti e stalagmiti alte decine di metri e le luci verde-bluastro provocate dai microorganismi delle limpide acque solcate in notturna da imbarcazioni turistiche.

Le tre baie di Porto Rico

Spostandoci in nordamerica, Porto Rico vanta ben tre baie bioluminescenti: Laguna Grande a Fajardo, La Parguera a Lajas e Mosquito Bay a Vieques, quest’ultima entrata nel Guinness dei Primati come baia più luminescente al mondo.

Padangbai, Bali

Sulla costa orientale di Bali, a circa un’ora d’auto dalla capitale Denpasar, si trova uno dei porti più trafficati dell’isola con traghetti che portano alla vicina Lombok e altre isole dell’arcipelago della Piccola Sonda; qui fra le barriere coralline dell’Oceano Indiano e la possibilità di avvistare tartarughe, si può ammirare lo spettacolo blu della bioluminescenza in spiagge rinomate per le attività di snorkeling.

Isole di San Juan, Washington

Di solito la bioluminescenza viene associata a località esotiche, ma è un fenomeno osservabile anche al confine fra Stati Uniti d’America e Canada: le San Juan Islands costituiscono infatti una contea parte dello stato federato di Washington (da non confondersi con Washington D.C., la capitale ubicata nella parte opposta del continente) e qui le condizioni ambientali sono adatte allo sviluppo del plancton luminescente che può essere osservato nei percorsi guidati in kayak.

Ha Long Bay, Porto Rico
Ha Long Bay, Porto Rico (CC BY-SA 4.0)

Baia di Toyama, Giappone

Nel bel mezzo del Mare del Giappone il fenomeno della bioluminescenza è causato da piccoli calamari, perlopiù meno di dieci centimetri di lunghezza, che normalmente vivono a quattrocento metri sotto il livello del mare ma vengono sospinti a milioni verso l’alto dalle correnti verso un canyon a forma di V che si affaccia sulla baia di Toyama, dove i pescatori approfittano dell’occasione con la conseguenza di trasformare con il pescato a bordo le loro stesse imbarcazioni in una sorta di boa luminosa nella notte nipponica.

E in Italia?

In Europa il fenomeno è presente (Malta , Olanda, Belgio, Regno Unito, …) anche se non paragonabile per portata e spettacolarità a quelli osservabili in altri luoghi del mondo, tuttavia persino nella stessa Italia sussiste l’opportunità di assistere alla luminescenza creata dagli organismi che vivono in mare: esempi sono costituito dalla Grotta del Bue Marino a Filicudi, alla Cala degli Aragonesi a Ischia e nelle acque di Porto Selvaggio in Salento.

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