11 Ottobre 2024
stresa

Elegante e raffinata, Stresa è una delle perle d’Italia. Situata sulle sponde del Lago Maggiore incanta da secoli turisti da tutto il mondo, fra di loro numerosi intellettuali e scrittori dal calibro internazionale.

Anche Ernest Hemingway rimase affascinato dalla città di Stresa: leggendario è diventato il soggiorno che, nel 1918, fece al Hotel Des Iles Borromees, noto ai più come Grand Hotel di Stresa, sul lungolago della cittadina lacustre.

La camera 106

Imponente e regale, il Grand Hotel di Stresa è stato costruito nel 1863 e sin da subito si è affermato nelle preferenze di quanti adorano il buon gusto ed il bello, che viene celebrato tanto negli interni quanto negli esterni della struttura.

Qui, dicevo, nel 1918 ha soggiornato per la prima volta lo scrittore Ernest Hemingway scegliendo la camera 106, oggi ribattezzata Suite Hemingway, particolarmente richiesta dagli ospiti e, a quanto pare, la preferita dell’attore George Clooney.

La suite è sita al primo piano del Grand Hotel, ha due camere da letto, un salone, uno studio e tre bagni; l’arredo è molto ricercato ed elegante e dal terrazzo di 160 mq si gode una vista spettacolare sul lago e sulle isole borromee.

Proprio da qui, Hemingway scrisse buona parte del suo capolavoro “Addio alle Armi”, durante il periodo di convalescenza per delle ferite di guerra riportate sul fronte. E il romanzo contiene molti elementi in comune fra la vita dello scrittore e quella del protagonista.

Oltre al ferimento in guerra e all’amore per una crocerossina, anche il protagonista del romanzo, Frederic Henry, soggiorna, come Hemingway, a Stresa, proprio nel Grand Hotel. In “Addio alle armi”, Henry conosce degli anziani italiani in albergo.

Situazione che Hemingway visse in prima persona: durante il soggiorno a Stresa, Hemingway conobbe gli aristocratici Conte Greppi e  Conte Bèllia al quale chiese, senza successo, in sposa una figlia, Bianca Maria.

Il secondo soggiorno a Stresa

Ernest Hemingway tornerà un’altra volta a Stresa, nel 1948, soggiornando ancora al Grand Hotel. Gli anni intercorsi fra il primo e il secondo soggiorno erano stati per il mondo intensi e dolorosi; ed Hemingway aveva composto romanzi diventati pietre miliari della letteratura universale.

Anche nel suo secondo soggiorno, Hemingway si riservò la camera 106. Sono diversi gli aneddoti che circondano lo scrittore e la sua permanenza al Grand Hotel. Fra questi, è  diventato leggendario il saluto di benvenuto del personale: un cordiale “Bentornato signor Hemingway”, come se fosse passato solo qualche mese dall’ultimo soggiorno.

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