Si è spento Andrea Camilleri, espressione nobile della cultura letteraria italiana e papà del commissario Montalbano

Si è spento Andrea Camilleri, uno tra i più amati scrittori del nostro paese, famoso per il suo stile unico che miscelava siciliano ed italiano, e per la sua celebre serie di gialli sul commissario Salvo Montalbano. È deceduto a 93 anni, alle 8.20 di questa mattina a Roma, dopo essere stato ricoverato lo scorso 17 giugno all’ospedale Santo Spirito per un arresto cardiaco. La Asl Roma 1 ha dichiarato come le condizioni fossero rimaste critiche negli ultimi giorni, aggravandosi poi drasticamente nelle ultime ore.

Camilleri, nato nel 1925 a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, raggiunse il successo a quasi 70 anni, dopo essere già stato regista e sceneggiatore. La forma dell’acqua, pubblicato nel 1994, fu il primo romanzo del maestro siciliano ad aprire la celeberrima serie basata sulle avventure di Montalbano.

Nonostante sia stato scoperto tardi dalle case editrici italiane, con i suoi più di cento libri Camilleri è stato un autore incredibilmente prolifico: anche in questi ultimi anni lo scrittore pubblicava diversi romanzi all’anno, stagliandosi sempre in cima alle classifiche dei libri più venduti. Il cuoco dell’Alcyon, l’ultimo romanzo, è uscito il 30 maggio.

Camilleri rimane uno degli autori italiani di maggior successo, sia dal punto di vista artistico che commerciale, e questo soprattutto grazie alla creazione della serie basata sulle vicende del commissario di Vigata, pubblicata da Sellerio, e trasposta inoltre nella famosa serie Rai con Luca Zingaretti. Ha venduto oltre 30 milioni di copie in tutto il mondo con traduzioni in 120 lingue.

Tra i libri più venduti di Andrea Camilleri si ricordano Un filo di fumo (1980), La stagione della caccia (1992), La forma dell’acqua (1994), Il birraio di Preston (1995), Il cane di terracotta (1996), La concessione del telefono (1998), La scomparsa di Patò (2000), Il re di Girgenti (2001), L’odore della notte (2001), La pazienza del ragno (2004), Un covo di vipere (2013), Donne (2014).

Sicuramente l’elemento che rende unica l’esperienza di immergersi nei romanzi di Camilleri e che ha contribuito ad appassionare e fidelizzare i suoi lettori è lo stile linguistico dei suoi scritti. Una mescolanza di italiano e siciliano da lui partorita: il vigatese, una lingua che prende il nome da Vigata, paese immaginario dove le storie di Montalbano sono ambientate, caratterizzata da diverse espressioni tipiche della cultura siciliana, inserite in un italiano che ne costituisce la base nella scrittura.

Da quando era stato colpito da cecità, più o meno tre anni fa, il maestro siciliano scriveva i propri libri dettandoli alla sua assistente, Valentina Alfieri, “l’unica che sa scrivere nella lingua di Montalbano, anche se è abruzzese”.

di Daniele Sasso

fonte foto:

www.huffingtonpost.it

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