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Arezzo: dopo Ipazia, il Museo Archeologico Nazionale porta in scena Aspasia

Dopo “Ipazia muore male”, andato in scena il 29 giugno 2019 nella cornice dello splendido Anfiteatro Romano di Arezzo, il 5 e il 6 luglio 2019, a partire dalle 21.30, il Museo Archeologico Nazionale di Arezzo proporrà “Aspasia. Lei guardava spesso il mare”, uno spettacolo teatrale dedicato ad Aspasia, moglie dello statista Pericle.

La nuova rassegna teatrale estiva, voluta dal Polo Museale, dal Museo Archeologico Nazionale, dal Rotary Club Arezzo Est e dalla Compagnia Teatrale Archeosofica e Munus, e dedicata a due delle figure femminili più importanti dell’antichità, si chiude quindi in bellezza con la narrazione delle vicende, a tratti straordinarie, di quella che per vent’anni è stata la compagna e la consigliera fidata di uno dei protagonisti della guerra del Peloponneso.

Le donne dell’antichità a teatro: chi erano Ipazia e Aspasia?

Ipazia, nella comunità filosofica del mondo contemporaneo, è considerata ancora adesso una “martire della scienza”: matematica brillante, astronoma e seguace della filosofia neo platonica, in un’epoca in cui le donne che studiavano erano mal viste, assistette non solo alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente e alla distruzione dei templi di Alessandria, ma proprio perché pagana, durante il periodo della Quaresima del 415 d.C venne uccisa e fatta a pezzi in un modo barbaro da un gruppo di cristiani invasati ad Alessandria d’Egitto.

La sua figura, a partire dal Secolo dei Lumi, cominciò non solo ad essere esaltata e innalzata contro il fanatismo religioso che, ancora a quei tempi, era molto presente negli animi dei francesi, ma anche ad essere celebrata in romanzi, opere teatrali e quadri.

La storia di Aspasia di Mileto invece è diversa, ma non per questo meno affascinante: dapprima amante, poi compagna dello statista Pericle, rimase al suo fianco per vent’anni, ed era considerata già nell’antica Grecia, dove le donne erano spesso relegate alla casa e avevano pochi legami sociali, un’abile conversatrice e una consigliera fidata.

Secondo quanto raccontato da Plutarco, sebbene la sua condotta fosse al di sopra delle righe (si dice che, prima di conoscere lo statista ateniese, gestisse un bordello o fosse addirittura una cortigiana di alto bordo), le mogli degli amici del filosofo Socrate si recavano spesso da lei per conversare.

Amata da Pericle fino alla sua morte, venne difesa anche dallo statista in persona quando venne trascinata in giudizio con l’accusa di corrompere le donne di Atene.

Di Francesca Orelli

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