Letteratura

Libri censurati: il caso de “Il buio oltre la siepe”

Piccola e a tratti insolente, la piccola Scout non avrebbe saputo trattenersi appena avrebbe saputo che fra i libri censurati c’è proprio il suo, “Il buio oltre la siepe” di Harper Lee, romanzo entrato a buon diritto fra i più importanti libri sul razzismo.

“Il buio oltre la siepe”: uno dei libri più famosi sul razzismo

Due ragazzini, Scout e suo fratello Jem, vivono insieme al padre Atticus, di professione avvocato. La loro vita scorre nella normalità, fino a quando Atticus viene incaricato della difesa di Tom Robinson, accusato di violenza sessuale. 

Lavoro, verrebbe da dire. E, invece, no: Tom Robinson è un uomo di colore e la sua presunta vittima è una ragazza bianca. E siamo in Alabama. Integerrimo e professionale, Atticus si dedicherà anima e corpo alla causa.

Scout e Jem saranno trascinati, insieme al padre, nel vortice dei pregiudizi che viene covato contro le persone di colore e subiranno sulla loro pelle il dirompere della carica di razzismo che la popolazione della città scatenerà.

Con queste promesse, non vi sono dubbi che “Il buio oltre la siepe” sia uno dei libri sul razzismo più letti e, del resto, viene con frequenza proposto ai giovani lettori nelle scuole. Dunque, perché mai è stato “Il buio oltre la siepe” censurato?

“Il buio oltre la siepe” censurato. I motivi

Non una volta sola, ma diverse volte, fra la lista dei libri censurati è stato inserito il romanzo di Harper Lee. Al di la’ dei singoli episodi di censura, facilmente reperibili in rete, sono sostanzialmente due i motivi principali.

Il primo riguarda l’abbondante utilizzo del termine “nigger” (negro) che ha un valore marcatamente dispregiativo. Sicuramente in termini assoluti, ma in un romanzo dove il razzismo e, quindi, il disprezzo sono centrali è plausibile il ricorso a tale terminologia.

L’altro riguarda la figura di Atticus, il papà di Scout e Jem, nonché avvocato difensore di Tom Robinson. Atticus è un uomo, ha la pelle bianca e sarà il “salvatore” di Tom. Il messaggio che viene veicolato, secondo i censuratori, è la supremazia del bianco sul nero.

Pensandoci bene, difficile negare che questa interpretazione non sia verosimile, ma è altrettanto vero che a voler pensare troppo sulle cose non si risolve nulla. Il limite di queste visioni piuttosto ristrette è quello di voler trovare un neo a ogni costo.

In questo modo, il rischio è di focalizzarsi troppo sui dettagli e, perché no, dare corpo alle ombre, vedere interpretazioni che non ci sono piuttosto che riflettere su temi, valori e messaggi che i romanzi trasmettono.

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