Padri nella letteratura italiana: una breve panoramica

Autoritario e deciso, ma anche affettuoso e comprensivo, secondo le circostanze, il papà è una figura chiave nella crescita dei bambini ed ha, pertanto, avuto molto spazio nella letteratura di ogni dove e di ogni tempo.

Mastro Geppetto, il padre amorevole

Uno dei papà più famosi della nostra letteratura è certamente Mastro Geppetto, l’artigiano che con la sua abilità manuale ha dato – è il caso di dirlo – vita a un tocco di legno. La sua è una paternità caratterizzata dalla dolcezza e dall’amore sconfinato per Pinocchio.

Tuttavia, il burattino è fonte di dolori e amarezze fino a che non cresce e matura. È a questo punto che Mastro Geppetto viene ripagato di tutta la fatica e la sofferenza subita. Il papà reso celebre da Carlo Collodi è un modello per tutti i genitori, per la fiducia e l’amore verso il figlio.

Passiamo ora ad una realtà ben diversa, quella delle cave della Sicilia dell’Ottocento: qui troviamo un altro padre famoso della letteratura italiana, Mastro Misciu. Il padre di Rosso Malpelo, nato dalla penna di Giovanni Verga, è uno dei rarissimi raggi di luce nella vita del ragazzo.

Le dure condizioni di vita e di lavoro rendono amara l’esistenza del giovane, in cui solo il padre gli riserva un po’ di amore e di affetto. Purtroppo, però, la parentesi è breve: nel romanzo di Giovanni Verga Mastro Bestia muore travolto da un pilone nella cava.

Il papà di Pascoli e il vuoto lasciato con la morte

Tristemente famoso è il papà di Giovanni Pascoli: nella poesia “X agosto”, il poeta rievoca la tragedia che ha segnato la sua infanzia, la morte del padre. Pascoli aveva solo 12 anni, la sera del 10 agosto 1867, quando il padre venne assassinato con un colpo da arma da fuoco.

Di rientro da Cesena, Ruggero Pascoli non tornò a casa e il dramma segnò la vita del giovane Giovanni che, in poco tempo, vivrà altri lutti che mano a mano sgretoleranno il suo nido familiare e domestico. 

I protagonisti del capolavoro di Alessandro Manzoni, “I Promessi Sposi”, sono entrambi orfani di padre: sia Renzo che Lucia sono cresciuti senza un padre, anche se la giovane ha la fortuna di avere ancora accanto a se’ la madre Agnese.

Finora abbiamo visto modelli positivi di padri, eppure non è sempre tutto rose e fiori, nemmeno nella letteratura. Ad esempio, Zeno Corsini ha, nel romanzo di Italo Svevo di cui è protagonista, un rapporto conflittuale con il padre.

Ne “La coscienza di Zeno”, infatti, il rapporto fra Zeno e il genitore è caratterizzato dall’indifferenza, non avendo l’un per l’altro stima; solo con l’agonia che precede la morte del padre il rapporto cambierà, lasciando comunque un segno di rammarico e pentimento in Zeno.

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