ArcheologiaStoria

Importante città antica di 3400 anni emerge dalle acque di Mosul, Kurdistan iracheno

Una città di 3400 anni or sono che sorge dove un tempo scorreva il fiume Tigri è letteralmente riemersa dalle acque del bacino idrico di Mosul, nell’odierno Iraq settentrionale. La scoperta e le indagini sono avvenute a opera di un team curdo-tedesco di archeologi.

L’esteso insediamento dell’età del bronzo include diversi grandi edifici e i ricercatori ritengono possa trattarsi di Zakhiku, importante centro del Regno Mitanni che raggiunse la massima espansione intorno al 1500 a.C., estendendosi fra la Mesopotamia e l’Assiria.

La scoperta del sito risale al 2013, a causa di un precedente abbassamento delle acque

I cambiamenti climatici stanno colpendo in modo particolarmente duro l’Iraq e la grave siccità nel sud del Paese ha reso necessario l’utilizzo delle riserve ubicate nel nord, fra cui il bacino idrico di Mosul, nella regione di Kemune nel Kurdistan iracheno. È il più ampio dell’intera nazione, ma dalla fine del 2021 la richiesta d’acqua è tale che i livelli si sono abbassati tanto da permettere il riemergere dei resti architettonici dopo quarant’anni.

L’insediamento era stato parzialmente mappato nel 2018, ma oggi sono emerse ulteriori strutture come una massiccia fortificazione dotata di mura e torri, un monumentale edificio a più piani adibito a magazzino che doveva contenere merci provenienti da tutta la regione e quello che dovrebbe essere un complesso industriale.

La squadra di archeologi ha dovuto agire in fretta nel mappare ed esaminare la città raccogliendo più dati possibili, non sapendo quanto tempo avrebbero avuto a disposizione prima che fosse nuovamente sommersa dalle acque del bacino. Essa si trova in condizioni di conservazione eccezionali, considerando che parliamo di strutture realizzate con milioni di mattoni di fango essiccati al sole rimaste sott’acqua per quasi mezzo secolo.

Il Regno Mitanni decadde poco dopo aver raggiunto l’apice del proprio splendore, sconfitto dagli Ittiti

Perché ciò sia stato possibile dobbiamo secondo i ricercatori paradossalmente ringraziare il disastro che distrusse la città, un terremoto verificatosi nel 1350 a.C., che causando il crollo delle parti superiori degli edifici avrebbe creato una sorta di strato protettivo sulle sezioni inferiori.

Anche così ha del miracoloso il ritrovamento di un archivio formato da oltre 100 tavolette cuneiformi risalenti al periodo medio assiro e anch’esse realizzate in argilla cruda. Alcune sarebbero vere e proprie lettere ancora sigillate nelle loro buste di argilla. I ricercatori confidano questa scoperta possa fornire informazioni importanti sulla fine della città del periodo Mitanni e sull’inizio del dominio assiro nella regione.

Gli archeologi hanno coperto gli edifici portati alla luce dagli scavi con teli di plastica e ghiaia aderente per evitare che venissero danneggiati quando l’acqua fosse inevitabilmente risalita. E l’Università di Friburgo, che insieme all’Università di Tubinga e alla Direzione delle Antichità e del Patrimonio di Duhok ha gestito i lavori di ricerca in tempi record, ha confermato che il sito è ora di nuovo completamente sommerso.

Guarda anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *