14 Novembre 2024
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La percezione della realtà che ci circonda viene continuamente influenzata dai nostri stati mentali, i quali agiscono come un filtro che può trasformare, a volte in maniera imprevedibile, le nostre impressioni su persone e oggetti.

All’Università di Helsinki alcuni ricercatori hanno studiato gli effetti derivati dalla depressione sulla percezione visiva. I risultati ottenuti sottolineano come l’elaborazione delle informazioni visive venga alterata nei soggetti depressi, seguendo un meccanismo ricollegabile all’elaborazione delle informazioni nella corteccia cerebrale.

Il metodo utilizzato per indagare la percezione visiva

Nella ricerca in questione, l’elaborazione delle informazioni dei pazienti depressi è stata confrontata con quella di un gruppo formato da pazienti sani utilizzando due test visivi nei quali bisognava confrontare la luminosità e il contrasto di pattern semplici.

I pazienti affetti da depressione percepivano l’illusione visiva presentata con i pattern come più marcata, rilevando un contrasto più forte rispetto a quelli a cui non era stata diagnosticata la depressione, i quali si caratterizzavano per una inibizione del contrasto di circa il 20% (rispetto al 5% dei pazienti depressi).

Le informazioni ottenute dai ricercatori e i possibili sviluppi

Secondo le previsioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS),entro il 2030 la depressione sarà la malattia più diffusa in assoluto.

Attualmente, gli stati depressivi possono essere già considerati tra le condizioni più riscontrate in pazienti con disturbi mentali. Stando alle statistiche, circa il 25% degli adulti durante l’arco di vita subisce almeno un episodio di depressione.

La depressione può essere definita come un disturbo del tono dell’umore che genera un senso di profonda tristezza e sofferenza emotiva, influendo sulla reattività psicofisica e riducendo la quantità di energia psichica dei soggetti.

I pensieri negativi sperimentati coinvolgono la percezione che si ha di sé stessi e del mondo, portando ad una serie di credenze disfunzionali che non lasciano trasparire speranza per la propria vita presente e futura, intaccando anche la percezione degli eventi passati.

Quando parliamo di depressione, facciamo inoltre riferimento ad un disturbo cronico con alto tasso di recidive, ben diverso da quelle normali fluttuazioni dell’umore che appaiono contestuali quando eventi negativi si manifestano durante l’esistenza.

Secondo il team di ricerca che ha portato avanti lo studio, identificare i cambiamenti delle funzioni cerebrali alla base della percezione potrebbe determinare un passo avanti importante per comprendere meglio l’insorgenza di questa tipologia di sindromi, permettendo di sviluppare terapie maggiormente efficaci.

I test di percezione potrebbero, quindi, diventare uno strumento utile per il supporto nella valutazione delle cure solitamente seguite dai pazienti. A tal proposito, sarà quindi necessario condurre ulteriori ricerche per approfondire queste alterazioni dell’elaborazione delle informazioni visive da parte di cervelli depressi.

Fonti:

“Reduced visual contrast suppression during major depressive episodes” by Viljami Salmela, PhD; Lumikukka Socada, MD; John Söderholm, MD; Roope Heikkilä, MA; Jari Lahti, PhD; Jesper Ekelund, MD, PhD; Erkki Isometsä, MD, PhD. Journal of Psychiatry and Neuroscience

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