15 Ottobre 2024
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Il “dopo fiera”, al Vinitaly, è stata una festa in grande stile. Organizzata dal Consorzio Doc Bivongi, giornalisti, sommelier e addetti ai lavori si sono ritrovati alla degustazione in piazza delle Erbe, a Casa Mazzante, in pieno centro a Verona, per celebrare e continuare a discutere dei vini del territorio. “Tra Mediterraneo e mito”, il claim azzeccato, scelto dal Consorzio. Il presidente, Adele Lavorata, ha accolto gli invitati insieme agli altri consorziati. L’obiettivo? La promozione, l’approfondimento, la sperimentazione e la ricerca che ruotano attorno all’evento fieristico principale ma che, al di fuori di esso, riescono a coinvolgere anche un pubblico diverso. Variegato e ampio. 

Tra le realtà maggiormente in ascesa per qualità e presenza sul mercato del “Made in Calabria”, quello estero in particolare, vi è la Doc di Bivongi la cui produzione si concentra sul versante orientale delle Serre, nel territorio tra la vallata dello Stilaro e la costa ionica ricompreso tra i comuni di Bivongi, Camini, Caulonia, Monasterace, Pazzano, Placanica, Riace, Stignano e Stilo, in provincia di Reggio Calabria, e Guardavalle in provincia di Catanzaro.

Qui dove il vino cresce “lungo i filari del mito”, si punta tutto sulle produzioni autoctone di Gaglioppo, Greco nero, Nocera, Calabrese e Castiglione, per i vini rossi e rosati, e Greco Bianco, Guardavalle e Ansonica per il Bivongi bianco. Da disciplinare, la resa per ettaro nella Doc non può superare le 13 tonnellate per il bianco e le 12 per il rosso e il rosato.

“Per promuovere il marchio e sostenere la crescita è nato, nel 2018, il Consorzio tutela e valorizzazione delle viti e del vino Doc Bivongi che da allora si occupa, in maniera sistematica della promozione e valorizzazione del prodotto, oltre che dell’informazione del consumatore e della cura degli interessi generali relativi alla denominazione”, fa sapere la presidente. “L’idea portante del Consorzio è oggi quella di raccontare soprattutto un territorio, quello che ruota attorno all’antica Kaulon in cui il vino vive da sempre in un connubio unico tra territorio e popolazione, che è uscito dalla nicchia e si appresta a giocare un ruolo da protagonista nella produzione vitivinicola regionale”. Prosit.

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