La Storia della Filosofia Occidentale – Capitolo VII: Zenone

Allievo e grande sostenitore della dottrina di Parmenide, Zenone nacque verosimilmente intorno al 489 a.C.. La tenacia del filosofo di Elea, il quale alla fine morirà torturato per aver cospirato contro un tiranno, sta tutta nelle sue argomentazioni contro la pluralità e il movimento.

Attraverso un metodo dialettico basato sull’ammettere per ipotesi che l’affermazione dell’avversario sia veritiera per poi confutarla, Zenone si scaglia contro i pitagorici e contro qualsiasi altra dottrina che ammettesse la molteplicità.

Il ragionamento teso a confutare la pluralità è riassumibile in questa contraddizione: se le cose sono molte, il loro numero è sia finito, perché non possono essere né più né meno di quante sono, sia infinito, poiché tra due cose ne sarà presente sempre una terza e tra questa e le altre due ce ne saranno ancora altre.

Per quel che riguarda il movimento, sono quattro gli esempi paradossali elaborati da Zenone, divenuti ormai celebri nella filosofia.

  • Lo stadio: l’ipotesi è che una persona voglia arrivare da una estremità di uno stadio all’altra. Per Zenone questo sarebbe impossibile, perché prima bisognerebbe arrivare alla metà dello stadio stesso, e ancora prima sarebbe necessario arrivare alla metà di quella metà. Questo procedimento avverrebbe all’infinito, precludendo quindi la possibilità di percorrere infinite parti di spazio in un tempo che invece è finito.
  • La freccia: anche se appare in movimento, in realtà la freccia è immobile. Per Zenone, questa occuperà, per ogni istante, un singolo spazio pari alla sua lunghezza. In ognuno di questi istanti, la freccia sarà in realtà immobile.
  • Le masse nello stadio: due masse viaggiano in direzione opposta in uno stadio, ma alla stessa velocità. Una terza, invece, rimane immobile. La velocità di una delle due masse in movimento sarà, per la massa che viene dalla direzione opposta, percepita come il doppio rispetto a quella percepita dalla massa che è rimasta immobile.
  • Achille e la tartaruga: la storia del povero Achille che insegue la tartaruga rappresenta sicuramente l’esempio che nei secoli ha reso ancora più celebre il nome di Zenone. Nel momento in cui una tartaruga avesse un passo di vantaggio rispetto ad Achille, l’eroe dovrebbe prima raggiungere la posizione occupata precedentemente dalla tartaruga, che intanto sarà avanzata ancora. Pur essendo il nuovo spazio percorso dalla tartaruga sempre più breve, questo non si ridurrà mai a zero, e il pié veloce non sarà mai in grado di raggiungerla.

Attraverso queste argomentazioni, Zenone provoca i suoi avversari, asserendo indirettamente che quello che viviamo è solo apparente, e che l’essere vero non è quello in cui viviamo quotidianamente.

Il pensiero arguto e sottile di Zenone, per lo più ridicolizzato dai filosofi che verranno dopo di lui, ha contribuito ad alimentare il pensiero non solo filosofico, ma anche scientifico, anticipando di centinaia di anni concetti molto vicini alla Teoria della relatività di Albert Einstein.

di Daniele Sasso

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