Gatti neri: 10 curiosità che (forse) non sapevi

Inutile girarci attorno, i gatti neri sono i felini che, fin dal Medioevo, hanno catturato di più l’interesse degli uomini.

Considerati il simbolo per eccellenza del male, della sfortuna, di Halloween e della stregoneria, in realtà i gatti neri, al di là della loro “fama sinistra”, nascondono molto di più sotto la loro pelliccia nera e i loro occhi gialli.

Per esempio, sai che i giapponesi credono che, se una donna single ha un gatto nero, ha molte più possibilità di trovare l’amore? E che i marinai inglesi, prima di salpare, facevano di tutto per portarne uno a bordo in quanto credevano che portasse fortuna?

Tra alti e bassi, fortune e sfortune, buona e cattiva fama, ecco 10 curiosità sui gatti neri che forse non conoscevi ancora.

1.Cosa significano i gatti neri nei sogni?

I gatti neri nei sogni, al contrario di quello che si pensa, non significano che presto riceverai notizie negative, lutti o simili, ma sono un invito (in particolare se sei una donna o una ragazza) a concentrarti di più su te stessa e sui tuoi bisogni.

I gatti infatti, perlomeno nell’immaginario onirico, sono associati alla figura femminile e, in genere, indicano un bisogno represso della sognatrice.

Se li sogna neri quindi, i gatti indicano che questo bisogno non solo è forte, ma che la sognatrice teme anche di realizzarlo perché ha paura del giudizio delle altre persone e del fatto che possano ritenerlo inaccettabile.

2.È vero che i gatti neri sono più affettuosi?

Sì, oltre ad essere belli ed eleganti, i gatti neri sono anche più affettuosi: questi felini, a differenza degli altri, tendono a costruire una relazione piuttosto forte con il padrone.

Se hai un gatto nero quindi, non sorprenderti se, oltre a giocare con te e a cercare la tua compagnia, il tuo amico a quattro zampe tenderà a saltarti spesso in braccio e a fare le fusa quando lo accarezzai: se gli dedichi un po’ di attenzioni, ti dimostrerà così la sua riconoscenza.

I gatti neri, anche se all’inizio possono sembrare timidi e diffidenti, amano dormire ai piedi del loro padrone, intuiscono subito se ha qualcosa che non va o se sta male (per esempio, quando è malato, non è raro che si infilino nel letto per stargli vicino) e sono anche molto mansueti e tranquilli, quindi sono adatti anche per le famiglie con bambini.

3.Perché dicono che i gatti neri portino sfortuna?

Questa credenza, che per fortuna sta scomparendo poco per volta, risale ai tempi del Medioevo, quando i gatti neri erano considerati l’incarnazione del male e del Diavolo e, per queste due ragioni, erano ritenuti gli animali preferiti delle streghe.

Vedere un gatto nero per i medievali, era come vedere una strega e, per questo motivo, i poveri gatti neri non solo sono stati perseguitati, ma durante la Caccia alle Streghe sono stati anche bruciati, uccisi e torturati in modo barbaro.

In altre epoche invece i gatti neri godevano di un’ottima fama, anzi, erano considerati alla pari di divinità: nell’antico Egitto, dove erano ritenuti animali sacri e incarnazioni della dea Bastet, i gatti neri erano molto considerati e, ucciderne uno, comportava sempre la pena di morte.

4.Perché i gatti neri hanno gli occhi gialli?

I gatti neri hanno gli occhi gialli perché, come confermato anche da alcuni veterinari, questa caratteristica fa parte del loro patrimonio genetico, quindi è molto raro che nascano gatti neri con occhi diversi dal colore giallo.

Tuttavia, anche se sono meno frequenti, può capitare che nascano anche gatti neri con gli occhi azzurri o con gli occhi verdi.

5.Perché in Giappone una donna single è ritenuta fortunata se ha un gatto nero?

In Giappone i gatti, dove sono chiamati neko, occupano da sempre un posto speciale, perché sono considerati spiriti benevoli, saggi e portatori di fortuna.

Non a caso, quando entriamo in un ristorante giapponese, spesso incontriamo i maneki neko, dei gatti con la zampa alzata (che talvolta può anche essere mobile!) che sembrano salutarci e augurarci buona fortuna.

I gatti neri però occupano un posto ancora più speciale nel cuore delle donne giapponesi, in particolare di quelle single: si crede infatti che, se una donna o una ragazza ne possiede uno, ha molte più possibilità di attrarre i pretendenti e di trovare l’amore.

6.Perché in Inghilterra invece il gatto nero è considerato un simbolo dell’amore?

In Inghilterra i gatti neri, durante l’Epoca Vittoriana, erano molto ricercati e vezzeggiati dai marinai, in quanto quest’ultimi credevano che, averne uno a bordo, portasse fortuna e assicurasse un viaggio tranquillo.

C’è però un’altra credenza ancora più affascinante e che, ancora adesso, sopravvive in una curiosa usanza delle Midlands: i vittoriani pensavano che, se una coppia in procinto di sposarsi incontrava un gatto nero per strada, il matrimonio sarebbe stato felice.

E, non a caso, ancora adesso nelle Midlands, un gatto nero è considerato un bellissimo regalo di nozze da ricevere da parte dei testimoni: si crede infatti che, oltre a portare fortuna alla sposa, le assicuri un’unione felice e duratura.

7.È vero che i gatti neri sono più resistenti alle malattie?

Sì, i gatti neri sono più resistenti ad alcune malattie a causa del loro patrimonio genetico, lo stesso che li dota di un fisico muscoloso e molto resistente, tuttavia ciò non significa che il padrone non debba prendersene cura e portarli regolarmente dal veterinario come fa con le altre razze!

8.È vero che i gatti neri possono cambiare colore?

Sì, i gatti neri possono cambiare colore per due motivi: il primo è il sole che, soprattutto se il gatto è abituato ad uscire oppure a sdraiarsi al sole, può far schiarire il suo pelo, rendendolo di una tonalità più rossiccia o marroncina.

Questa colorazione, molto frequente nei periodi estivi, tende a risolversi con l’arrivo dell’inverno, quando il pelo torna ad essere nero. Se ci pensi, è un po’ quello che accade a noi “esseri umani” quando ci abbronziamo in spiaggia.

Il secondo è la vecchiaia che, verso i 10-11 anni, inizia a schiarire (o ad ingrigire) il pelo del gatto, come succede a noi quando compaiono i primi capelli bianchi.

9.È vero che Edgar Allan Poe aveva un gatto nero sulla spalla quando scriveva?

Sì, è vero: il maestro americano dell’horror, oltre ad aver dedicato uno dei suoi racconti ad un gatto nero, aveva l’abitudine di scriverli tenendone uno sulla spalla (un’abitudine che, oltretutto, lo rendeva molto sinistro da guardare).

Il gatto nero più famoso della storia della letteratura, e dell’horror, era una gatta nera e si chiamava Cattarina, detta anche affettuosamente Kate.

Pare che lo scrittore le fosse così affezionato da non poter scrivere una sola riga senza prima essersela messa (letteralmente) sopra una delle sue spalle.

10.Perché le associazioni italiane non danno in adozione gatti neri dal 30 ottobre al 5 novembre?

Il 31 ottobre, come ben sappiamo, cade la notte di Halloween e, purtroppo, alcuni gruppi “satanici” scelgono proprio questa notte per “celebrare” i loro riti, che spesso comprendono anche il sacrificio di un povero gatto nero, più facile da trovare rispetto ai caproni o ad altri esseri viventi.

Per questo motivo le associazioni italiane, per evitare che i gatti neri di cui si occupano facciano una brutta fine, preferiscono non darli in adozione nel periodo che va dal 30 ottobre (vigilia di Halloween) al 5 novembre.

E, visto che siamo in argomento, ti diamo anche un consiglio: se hai un gatto nero che è abituato ad uscire, tienilo al sicuro in casa in quei giorni, perché purtroppo è già capitato che questi “gruppi” prendessero anche gatti domestici per i loro riti e solo perché quest’ultimi sono stati così sfortunati da capitare nel posto sbagliato al momento sbagliato!

Di Francesca Orelli

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