Letteratura

I medici gli diedero dodici mesi di vita ed Anthony Burgess scrisse “Arancia meccanica” 

Ci sono film che hanno segnato epoche, forti della loro capacità narrativa e del loro impatto sulla società. Uno di questi è senza dubbio “Arancia meccanica”, il capolavoro che Stanley Kubrick ha portato sul grande schermo nel 1971.

Film così ingombranti, spesso, finiscono per oscurare i libri da cui sono tratti. Non è il caso di “Arancia meccanica”: nonostante l’eccellenza del film di Stanley Kubrick, il libro di Anthony Burgess è riuscito a rimanere una stella polare nella produzione letteraria del secolo scorso.

Il romanzo “Arancia meccanica”, infatti, viene considerato un punto di riferimento per la sua capacità unica nel descrivere la disumanizzazione dell’età contemporanea per il tramite della narrazione di infinite violenze messe in atto dal protagonista e dalla sua compagnia.

La diagnosi medica e “Arancia meccanica”

Se la storia e la fama che gravitano attorno al romanzo sono piuttosto note, non tutti sanno che lo scrittore Anthony Burgess scrisse “Arancia meccanica” in pochissime settimane, solamente tre, spinto dall’angoscia di una diagnosi medica inappellabile.

A Burgess, infatti, nel 1959, venne diagnosticato un male incurabile che gli avrebbe lasciato pochissimi mesi di vita: comprensibilmente, la sua prospettiva di vita mutò radicalmente e fra i cambiamenti che mise in atto ci fu quello di iniziare a scrivere intensamente.

Prima della diagnosi, Burgess scriveva, ma senza troppa convinzione; l’idea, invece, di dover morire entro un breve lasso di tempo fu la molla che gli fece cambiare atteggiamento verso la scrittura e verso la quale iniziò a cimentarsi anima e corpo.

Burgess oltre “Arancia meccanica”

La carriera di Burgess è stata lunga e proficua: complessivamente, Burgess scrisse oltre cinquanta romanzi e fu anche esperto e critico. Dalla sua penna, infatti, sono usciti diversi saggi su James Joyce, così come su Aldous Huxley e Shakespeare e H.D. Lawrence.

Fra i romanzi che riscossero maggior successo, ricordiamo anche “Gli strumenti delle tenebre” che lo vide impegnato per oltre dieci anni e gli valse la candidatura al Booker Prize nel 1980. Si aggiudicò, invece, il Premio Malaparte nel 1983, alla prima edizione.

Oltre alla letteratura, si interessò molto anche di musica: figlio di musicisti, aveva il sogno di studiare musica, ma la vita scelse per lui. Non fu ammesso a un corso di studi musicale e, quindi, ripiegò sugli studi di letteratura.

Ciò non gli impedì di comporre dei concerti e di approfondire la figura di Mozart arrivando a pubblicare un interessante profilo. 

Una figura poliedrica e interessante, quella di Anthony Burgess. Un uomo che coltivò diversi interessi e che riuscì a tener testa a una diagnosi medica molto pesante. Chi l’avrebbe detto che la vita dell’autore di “Arancia meccanica” sarebbe stata così avvincente?

LEGGI ANCHE:

Prendila come viene: la morale sempre verde di “Filobus 75”

Booker Prize: le cose da sapere sul celebre premio letterario

Julian Barnes, l’inglese che scrive della Francia

La Dublino dell’Ulisse di Joyce

Rispondi