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«Il Brigante in Handbike»: Salvatore Cristiano Misasi, simbolo di resilienza calabrese

Dopo 545 chilometri e 12 tappe attraverso i paesaggi mozzafiato della Calabria, Salvatore Cristiano Misasi, il Brigante in Handbike, ha tagliato il traguardo sul lungomare di Reggio Calabria. Il suo viaggio lungo la Ciclovia dei Parchi, dal Pollino all’Aspromonte, è molto più di una sfida sportiva: è una dichiarazione d’amore per la propria terra e un potente messaggio di inclusione, speranza e tenacia.


Tutto comincia da un sogno (e una brochure)

Tutto è iniziato da una semplice brochure. Cristiano, leggendo della Ciclovia dei Parchi e ricordando l’impresa dell’atleta Alessandro Villa nel 2007, ha cominciato a sognare:
“E se lo facessi anch’io, ma in handbike, trascinando la mia carrozzina?”

Quella visione è diventata presto un progetto vero, ambizioso: 12 tappe in 12 giorni, da Laino Borgo a Reggio Calabria, lungo un tracciato che taglia in due la regione.
Un’impresa pensata per far riflettere:

«Mi piacerebbe far capire che se le barriere architettoniche venissero abbattute, almeno in parte, non ci sarebbe nessuna differenza sociale».


Il Brigante e il territorio

Lo chiamano il Brigante in Handbike. Un soprannome che sa di coraggio, di sfida, di terra.
Il progetto prende il nome da quelle montagne che un tempo erano battute da briganti e lupi, simboli di ribellione, sopravvivenza, libertà.

Oggi, su quelle stesse strade, un giovane calabrese ha scelto di passare con un altro tipo di forza: quella delle ruote, della volontà e della visione.


Cristiano Misasi: mente, cuore e ruote

Originario di San Lucido, Cristiano convive dalla nascita con la tetraparesi spastica. Ha 27 anni, una laurea in Giurisprudenza e una voce limpida che si fa strada anche attraverso la scrittura. Collabora con la Fondazione Bullone, dove racconta la sua esperienza con sguardo lucido e ironico. Il Brigante in Handbike scrive con lo stesso spirito con cui pedala: onesto, diretto, mai arrendevole.

Alle sue spalle c’è la mamma Loredana, presenza costante e instancabile. E nel cuore, il padre Ciccio Misasi, imprenditore cosentino e leggenda delle corse su strada: vincitore della Coppa Sila per dieci volte.
È da lui che Cristiano ha ereditato la voglia di spingere sempre un po’ più in là.


Il viaggio del Brigante in Handbike: tappe, volti, accoglienza

Partito il 1° giugno da Laino Borgo, Cristiano ha attraversato i quattro parchi calabresi: Pollino, Sila, Serre e Aspromonte.
Ha ricevuto striscioni a Girifalco, silenziosa spiritualità nei boschi di Serra San Bruno, e l’abbraccio finale sul lungomare di Reggio Calabria.

«È stato il chilometro più bello che abbia mai fatto.»


Il messaggio del Brigante in Handbike

Questa non è una semplice avventura sportiva. È una dichiarazione forte contro ogni barriera – fisica, sociale, mentale.

«Qualcuno ha provato a svalutare il mio intelletto. Ma ho imparato a ignorare le persone dalle vedute ristrette.»

Con il supporto della Fondazione Bullone, della Federazione Ciclistica Italiana, di partner come Barilla e Aria Wheels, Cristiano ha portato in viaggio una Calabria possibile. Fatta di coraggio, accoglienza, bellezza e fatica.


Una storia da festeggiare

Il Comune di San Lucido, la sua città natale, ha annunciato una sorpresa per celebrare il Brigante in Handbike, diventato simbolo di tenacia per tutta la Calabria. E noi, tutti, possiamo solo ringraziarlo: per averci ricordato che anche sulle ruote si può volare, se si ha il cuore giusto.

L’immagine è tratta da un video pubblicato sul profilo Instagram della Fondazione Bullone: @bullonefondazione

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