5 Ottobre 2024
Francesco Guadagnuolo - Il Lago di Albano-Castel Gandolfo

Il noto pittore Francesco Guadagnuolo, residente ai Castelli Romani, ha realizzato due dipinti per sensibilizzare ciò che sta accadendo ai Laghi di Nemi e Castel Gandolfo nel Lazio.

I Laghi dei Castelli Romani, di Castel Gandolfo e Nemi, rischiano l’estinzione, stando ad una relazione amministrativa dell’ANBI (Associazione Nazionale delle Bonifiche Italiane). Una condizione che è stata riferita, ultimamente, nell’interesse della Nazione con un servizio, divulgato il 14 agosto 2024, dal geologo Mario Tozzi sul quotidiano ‘La Stampa’. I due importanti laghi che hanno una grande storia, in passato, sono stati visitati spesso da Papi e Imperatori – asserisce Tozzi – attualmente risultano “sull’orlo del collasso”.

Il M° Guadagnuolo sempre attento alla salvaguardia dello stato naturale e dell’ambiente ha pensato bene di realizzare due opere pittoriche per focalizzare subito il problema ed invitare a chi di dovere ad intervenire subito e non arrivare com’è successo alla perdita del Lago di Pergusa (prov.  di Enna), in Sicilia, terra di origine di Guadagnuolo, il quale con un dipinto, l’ha voluto recentemente segnalare.

Nei dipinti di Guadagnuolo il Lago di Nemi e Castel Gandolfo sono al centro del paesaggio, fa risaltare la resa atmosferica, infatti, la luminosità riporta qualunque tratto del luogo in uno scenario impegnato di natura e di bellezza.

Per il lago di Castel Gandolfo, negli ultimi 12 mesi il livello è sceso in modo drammatico, di oltre 50 centimetri, infatti, Guadagnuolo ci va vedere un’atmosfera nostalgica i cui contrasti sono affievoliti e impiegati nel tratto centrale del paesaggio. La luce adagia ogni porzione dell’ambientazione. Delicate ombre sono create per dare una certa dinamicità. Le colline che contengono il Lago plasmano una sorta di angolatura prospettica che dirige la veduta in profonda – interiorità. Altresì la prospettiva aerea consente di produrre la percezione di allontanamento. É un dipinto dalla dimensione rettangolare con profili diradati che catturano la luce abilmente. L’incanto dell’effigiato si espande dalle alternanze di morbidezze e attività percepibili nelle forme contenute e nelle rappresentazioni esposte. Lo splendore sensibilizzante del creato arriva ad assorbire i momenti diurni e notturni, rallentando l’iter naturale della realtà. Oltre a ciò, gran parte del dipinto è rivolto alla raffigurazione del cielo nell’alba del nuovo giorno.

Per quanto concerne il lago di Nemi, negli ultimi tre anni il livello del lago è sceso di 2 metri e si sono persi 9 milioni di metri cubi di acqua, infatti, Guadagnuolo ci fa vedere un ambiente malinconico e appartato anteponendo le segrete luminescenze della tarda serata per dare un’apparizione poetica del paesaggio. Egli prepone luci meno decise, modulazioni lievi e particelle interiori del paesaggio.

Individuiamo il chiarore del calare del sole di un Lago di cui non sappiamo quale sarà il suo futuro. I tratti vermigli impiegati per raffigurare il cielo ci lasciano uno stato d’animo inquieto pensando cosa si poteva fare prima e cosa si può fare adesso per salvarlo. La visione del Lago si abbandona, quasi stemperandosi con il cielo smarrendosi attorno al cratere del Vulcano. Guadagnuolo con questa interpretazione particolare rimanda un’apparenza del creato nella sua non dimenticata magnificenza.

Nei due Laghi dipinti da Guadagnuolo si scorge l’incognito del tempo, la condizione di un futuro differente a ciò che stiamo assistendo. Ma quale sarà il futuro? La natura ha un suo corso, a differenza dell’essere umano, ha la prerogativa di conservarsi di continuo, senza mai sparire, solo la mano dell’uomo riesce a far morire la natura.

Le due opere sono caratterizzate da colori tenui, armonizzati, per fare uscire ogni splendore dei Laghi, cercando in tutti i modi di fare il possibile per tutelarli, quasi vien voglia d’immergersi all’interno dell’opera per viverla di ogni contenuto tramandando un sentore di pacatezza ed estasi.

Attraverso la sua opera Guadagnuolo ci espone la necessità di intervenire con l’aspirazione di perdurare esaurientemente, prima che sia troppo tardi: “salvare i Laghi di Castel Gandolfo e di Nemi”.

È molto malinconico considerare come in zone così meravigliose e leggendarie ci sia questo drammatico pericolo della perdita dei Laghi, così ricchi di passato e mito che fanno parte della risorsa del patrimonio naturale dell’Italia.

Da Osservatorio arte contemporanea

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