Anche un alimento apparentemente semplice come la passata di pomodoro può contenere ingredienti non vegani: ecco perché è importante verificare sempre l’etichetta e la certificazione.
Introduzione originale
La passata di pomodoro è tra i prodotti più diffusi nelle cucine italiane, ma non sempre è davvero vegana. A chiarirlo è VEGANOK, realtà leader nella certificazione etica, che spiega perché anche un alimento “naturale” come la passata necessita di un controllo accurato degli ingredienti e di una certificazione ufficiale. Dietro a un’etichetta semplice, infatti, possono nascondersi additivi o componenti di origine animale, oltre a pratiche aziendali non conformi ai principi etici vegan.
Comunicato stampa (testo integrale)
Roma, 3 ottobre 2025 – La passata di pomodoro non è sempre vegana, e per questo bisogna controllare sempre sull’etichetta gli ingredienti o l’eventuale certificazione.
Ma perché è necessario etichettare e certificare come vegan una passata di pomodoro, se è fatta appunto solo di pomodoro? La domanda sembrerebbe banale, ma è al centro di un dibattito che negli anni ha alimentato dubbi e fake news. La risposta è che nelle passate di pomodoro spesso ci sono anche altri ingredienti, che non possono essere definiti vegani.
Perché serve la certificazione vegan anche per le passate
A un’analisi superficiale una passata di pomodoro sembrerebbe ovviamente adatta a tutti, ma la realtà è diversa:
- Ingredienti nascosti: preparazioni simili, come salse o sughi pronti, spesso contengono aromi, addensanti, gelificanti o additivi di origine animale. Molti consumatori non conoscono la differenza legale tra “passata” e “salsa di pomodoro”, per questo la certificazione tutela le loro scelte etiche.
- Etichette e ricette: VEGANOK verifica che i consigli d’uso non suggeriscano abbinamenti con ingredienti incompatibili con la scelta vegan.
- Etica aziendale: la certificazione garantisce che l’azienda non effettui né commissioni test sugli animali per l’intero catalogo prodotti, offrendo così una garanzia che il consumatore da solo non può ottenere.
A chiarire la questione interviene Sauro Martella, fondatore di VEGANOK e presidente al Board di Bruxelles per la definizione dello standard vegan unico europeo, che spiega:
“Non solo è legittimo identificare certi prodotti come vegan, ma è addirittura consigliato. Si tratta di trasparenza verso i consumatori e di rispetto verso le finalità a cui la normativa europea invita a ispirarsi. Alla cattiva informazione si risponde con i fatti: la normativa europea (Reg. UE 1169/2011) nasce proprio per garantire chiarezza e correttezza.”
“Etichettare un prodotto come vegan significa dare informazioni corrette e complete. È tutt’altro che una scelta superficiale, perché servono competenze, controlli e verifiche accurate. Noi ad esempio siamo l’unica realtà in Europa con un team di professionisti vegani che da oltre 25 anni tutelano consumatori e aziende”, aggiunge Martella.
L’importanza di informazione e trasparenza
“Un ente certificatore serio mette a disposizione strumenti concreti per i diversi interlocutori. Ad esempio noi consentiamo ai consumatori di verificare i prodotti certificati su www.veganok.com
Email: press@veganok.com
Nota di trasparenza
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato da comunicatistampa.net.
Fonte: https://www.comunicatistampa.net/newsletter/ambiente-agricoltura-322/



