Gli assiomi della comunicazione di Watzlawick – II Parte: i livelli di contenuto e di relazione

Dei cinque assiomi descritti da Watzlawick nel suo “Pragmatica della comunicazione umana”, il secondo, ovvero che in ogni comunicazione esiste un livello di contenuto ed uno di relazione, insiste sull’intenzione del comunicante di imporre un determinato comportamento al mittente del messaggio.

Lo psicologo austriaco si rifà all’impostazione di Bateson, il quale utilizza un’analogia fisiologica per descrivere il fenomeno: se A, B e C rappresentano 3 neuroni posti linearmente, l’attivazione del neurone B consiste sia nella notizia che il neurone A si è attivato, sia nel comando al neurone C di attivarsi a sua volta.

  • L’aspetto di notizia trasmette quindi l’informazione e può essere definito come il livello di contenuto del messaggio che una persona trasmette all’altra.
  • L’aspetto di comando fa invece riferimento al livello di relazione, a ciò che deve essere assunto, e serve a definire il rapporto tra i partecipanti alla conversazione.

É interessante notare come, secondo Watzlawick, una relazione sana sia caratterizzata dal privilegiamento del livello di contenuto su quello di relazione. Quando quest’ultimo diviene dominante in uno scambio, allora è possibile che la relazione sia “malata”, e caratterizzata da una lotta costante per definire la natura della relazione. Al contrario, il contenuto effettivo della comunicazione perderà di importanza.

Lo psicologo austriaco ricorre alla similitudine con il calcolatore per spiegare ancora meglio i due livelli: una macchina che debba compiere un calcolo necessita dei dati (informazione), e delle istruzioni (informazione sulle informazioni). Le seconde vengono definite come un tipo logico più elevato di dati: rappresentano la metainformazione. Se si chiede ad un calcolatore di moltiplicare due numeri, quelle due cifre rappresenteranno il livello di contenuto, e l’istruzione di moltiplicarle rappresenteranno quella di relazione.

Gli aspetti di contenuto e di relazione, inoltre, possono essere rintracciati anche nella comunicazione ironica e nelle metafore. Nonostante Watzlawick chiarisca come in una relazione genuina l’aspetto di comando debba recedere sullo sfondo rispetto a quello contenutistico, il livello di relazione ha un compito fondamentale in quanto forma di metacomunicazione: una comunicazione che riguarda la comunicazione, il cui uso appropriato costituisce una conditio sine qua non per un messaggio efficace.

Le confusioni, le contaminazioni e i paradossi, elementi rintracciabili spesso nelle interazioni basate sull’ironia, trovano ampio spazio nell’aspetto relazionale. Lo stesso Watzlawick adopera la frase “Sto solo scherzando” per portare un esempio di metacomunicazione verbale, nella quale il livello relazionale chiarisce quello precedente di contenuto.

Il livello di comando, però, può essere inserito anche in modo non verbale. Sono spesso gli sguardi, il tono della voce o il linguaggio del corpo (come nel caso in cui un enunciato drammatico venga accompagnato da un sorriso) a fare la differenza nell’esperimento di un messaggio dal contenuto serio, ma che grazie alla componente relazionale viene percepito come scherzoso.

di Daniele Sasso

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1 commento su “Gli assiomi della comunicazione di Watzlawick – II Parte: i livelli di contenuto e di relazione”

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