Pietre sferiche venivano selezionate e usate dagli antichi umani gia 1,7 milioni di anni fa

Uomini delle caverne

Decine di pietre sferiche di origine vulcanica sono state scoperte dagli archeologi di un team italo-spagnolo in otto siti a Melka Kunture, Etiopia, datate tra 1.7 milioni e 600.000 anni fa. Queste sfere naturali, non lavorate, furono raccolte e apparentemente utilizzate da Homo erectus, Homo heidelbergensis e i primi Homo sapiens.

La loro presenza in contesti dove non si sarebbero formate naturalmente e i segni di usura su alcune di esse suggeriscono una raccolta intenzionale e un utilizzo protratto per oltre un milione di anni. Lo scopo preciso di queste sfere rimane sconosciuto, aprendo interrogativi sulle capacità cognitive, l’interesse per le forme e le potenziali attività dei nostri antenati.

Melka Kunture è situato nella zona vulcanica dell’Alto Awash (o Auasc), a 2000 metri di altitudine sull’altopiano etiopico. È circondato da molteplici centri eruttivi, in un bacino marginale sul lato occidentale della Rift Valley etiopica.

Melka Kunture è un importante sito paleolitico studiato da oltre sessant’anni

È in questi sedimenti vulcanici che sono state ritrovate numerose pietre sferiche composte da basalto vulcanico e lapilli. La caratteristica fondamentale è che queste sfere non sono manufatti, ma formazioni naturali originate da processi geologici ed eruttivi.

“Queste sfere vulcaniche di Melka Kunture non sono strumenti manufatti.” spiega l’archeologa Margherita Mussi, autrice principale dello studio. “Ma gli ominini del Pleistocene hanno senza dubbio notato quelle forme ben arrotondate, straordinariamente geometriche. Ciò suggerisce una attenta raccolta per uno scopo determinato.”

Le sfere sono state rinvenute in siti datati tra 1.7 milioni e 600.000 anni fa, coprendo un arco temporale significativo e associati a diverse specie di ominini: Homo erectus, Homo heidelbergensis e i primi Homo sapiens. Nel sito più antico sono state trovate tre sfere accanto a quasi 5.000 strumenti e un osso parziale del braccio di Homo ergaster.

Pietre sferiche
Alcune delle pietre sferiche trovate nel sito Gombore IB di Melka Kunture (Etiopia) (Credit: Margherita Mussi)

Con ominini si intende quella parte di ominidi che include solo gli esseri umani e i suoi progenitori

Le ricerche indicano che queste sfere non finirono accidentalmente nei siti dei ritrovamenti. La loro composizione e la natura dei sedimenti circostanti suggeriscono che furono trasportate lì da agenti esterni, presumibilmente gli ominini.
“Alcuni dei siti sono depositi a grana fine in cui le sfere di roccia relativamente pesanti sono in contrasto con l’ambiente circostante.” spiega Mussi.

Molte delle sfere esaminate presentano segni di usura, come bordi scheggiati e superfici levigate, suggerendo che furono utilizzate per varie attività. “Sono convinta che i materiali vulcanici duri siano stati usati per dare forma o ritoccare strumenti litici.” continua Mussi. “Mentre i relativamente morbidi lapilli venivano usati per strofinare vegetali, pelli o altre cose.”

Nonostante le tracce di utilizzo, la funzione precisa di queste sfere rimane un mistero. Le ipotesi includono l’uso come martelli di pietra, strumenti per la macinazione, o persino come primitivi oggetti da gioco.

La presenza di pietre sferiche in siti archeologici non è una novità, ma la peculiarità di Melka Kunture è che queste sfere non sono state lavorate

La raccolta e l’uso prolungato di queste sfere naturali suggeriscono capacità cognitive avanzate negli ominini, tra cui il riconoscimento di schemi, una potenziale preferenza estetica per le forme regolari e la sperimentazione con gli oggetti del loro ambiente. Un processo di pensiero più complesso di quello tradizionalmente attribuito ai primi ominidi, che ci obbliga a ripensare come si è evoluta la mente umana.

“Questa è forse la prima prova dell’uso di forme naturali per varie attività,” dice Mussi. “E questo è successo ripetutamente in più di 1 milione di anni di evoluzione umana a Melka Kunture.”

La scoperta di queste pietre sferiche naturali offre una prospettiva affascinante sul comportamento e sulle capacità cognitive degli ominini del Pleistocene. La loro raccolta intenzionale per un periodo così esteso, e le tracce di utilizzo, suggeriscono un’interazione complessa con l’ambiente circostante.

Sebbene lo scopo preciso rimanga sconosciuto, questo ritrovamento evidenzia la curiosità, la capacità di osservazione e la potenziale sensibilità estetica dei nostri antenati, aprendo nuove strade per comprendere l’evoluzione della mente umana.

Ulteriori ricerche e analisi delle sfere, dei contesti di ritrovamento e di eventuali tracce residue potrebbero fornire maggiori informazioni sulla loro funzione. Il confronto con altri siti contenenti oggetti litici sferici, sia naturali che manufatti, potrebbe aiutare a contestualizzare meglio la scoperta di Melka Kunture.

Fonte: The volcanic rock spheres of Melka Kunture (Upper Awash, Ethiopia) at Gombore IB and later Acheulean sites, Quaternary International (marzo 2025)

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