Con il divieto dei termini “burger”, “salsiccia” e “bistecca” per i prodotti vegetali, l’Unione Europea mette in crisi il settore plant-based. UNIVEGAN lancia la mobilitazione #NoConfusion.
Roma, 15 ottobre 2025 – Il Parlamento Europeo ha approvato definitivamente il bando che vieta l’uso di denominazioni come “burger”, “salsiccia” e “bistecca” per gli alimenti a base vegetale. La misura, passata con 355 voti contrari e 226 favorevoli al correttivo, è stata accolta con forte preoccupazione da UNIVEGAN, la rete che rappresenta le imprese del mercato vegano, che parla di “un duro colpo per un’economia in espansione e innovativa”.
Secondo gli operatori del settore, la decisione rischia di frenare la crescita di un comparto che in Europa vale oltre 5,4 miliardi di euro, con un impatto diretto su consumatori, imprese e investimenti nella sostenibilità alimentare.
Comunicato stampa integrale
Un settore in crescita bloccato dalla politica
Nel 2023, secondo GFI Europe, le vendite al dettaglio di prodotti plant-based nei principali mercati europei hanno raggiunto i 5,4 miliardi di euro, con un incremento del 5,5%. In Italia, la crescita è stata dell’8%, portando il valore complessivo del comparto a 641 milioni di euro.
L’approvazione del divieto potrebbe ora provocare pesanti conseguenze economiche:
- costi di rebranding per packaging e comunicazione a livello continentale;
- perdita di competitività rispetto a mercati come Stati Uniti, Regno Unito e Asia;
- rallentamento degli investimenti in ricerca e innovazione.
Il testo, inoltre, non prevede alcun periodo transitorio per le etichette già in commercio e presenta un errore tecnico nell’allegato normativo, aspetti che saranno ora oggetto di revisione nei negoziati tra Commissione, Consiglio e Parlamento.
Una scelta incoerente con le politiche europee
La decisione dell’Europarlamento è in contrasto con gli obiettivi del Green Deal, della Farm to Fork Strategy e dei programmi europei come Horizon Europe, che incentivano modelli alimentari sostenibili e innovativi.
Secondo UNIVEGAN, il provvedimento ignora anche una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’UE, che aveva già riconosciuto l’efficacia delle norme attuali in materia di trasparenza verso i consumatori.
«Bloccare l’uso di termini ormai compresi e accettati non protegge i consumatori, ma penalizza un’economia in crescita», dichiara Sauro Martella, fondatore di UNIVEGAN. «È una misura ideologica che ignora la realtà del mercato e ostacola la competitività delle imprese europee.»
La mobilitazione contro il freno all’innovazione
Martella aggiunge: «Le aziende vegan sono oggi un motore di innovazione: tecnologie alimentari, ingredienti sostenibili, packaging ecologici. Impedire loro di comunicare in modo chiaro significa frenare il progresso. Le istituzioni devono scegliere se stare dalla parte del futuro o dei vecchi interessi».
UNIVEGAN invita imprese e cittadini ad aderire alla mobilitazione europea e a sostenere la campagna #NoConfusion, chiedendo un periodo transitorio e una revisione del provvedimento durante i prossimi negoziati UE.
Come partecipare alla mobilitazione
- Le aziende possono firmare la open letter su noconfusion.org
- I cittadini possono aderire alla petizione pubblica su weplanet.yourmovement.org
Per interviste e approfondimenti: press@veganok.com
Sito ufficiale: www.veganok.com
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato da comunicatistampa.net.
Fonte: https://www.comunicatistampa.net/newsletter/diritti-897/



