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L’amore che rimane: il messaggio di Nadia Capellini in “Come soffioni nel vento di primavera”

L’amore che rimane: il messaggio di Nadia Capellini in “Come soffioni nel vento di primavera”

In Come soffioni nel vento di primavera, Nadia Capellini ci porta per mano in un cammino dolce e struggente, svelando la forza nascosta dell’amore che rimane, anche quando sembra dissolversi. Questo romanzo nasce da un dolore profondo, personale: la perdita della sorella Marta, a cui l’autrice dedica l’opera. Attraverso pagine dense di quieta malinconia, Nadia Capellini ci mostra come, nella perdita, possa celarsi il germe di una rinascita. “Loro continuano a far parte di te” (Attraverso la vita di Sigrid Nunez), recita una frase che sembra risuonare come un eco familiare in Come soffioni nel vento di primavera. Le parole di Nadia si fanno abbraccio: non cerca di far svanire il dolore, ma di trasformarlo in un’essenza profonda, capace di accompagnarci in ogni istante.

L’intimità e la solitudine: il legame con “Le nostre anime di notte” di Kent Haruf

L’intimità che l’autrice riesce a evocare, le sue riflessioni sulla memoria e sull’amore, ci riportano ai dialoghi sommessi e intimi di Le nostre anime di notte di Kent Haruf, dove la solitudine si scioglie nel calore di una presenza silenziosa, che diventa compagna nel buio. Così, anche Nadia sembra dirci che chi ci ha lasciato rimane, come un soffio vitale che scorre tra i nostri pensieri e i nostri gesti, una presenza che non ha più bisogno di parole. “Puoi ancora parlare con loro, anche se non rispondono”, ci suggerisce il romanzo, trovando nella perdita una nuova forma di tenerezza, di appartenenza.

Il silenzio come presenza: il legame con “La stanza accanto” di Pedro Almodóvar

Ed è forse per questa capacità dell’autrice di trasformare l’assenza in un sentimento quasi fisico che il suo libro ricorda La stanza accanto di Pedro Almodóvar, ispirato proprio da Attraverso la vita di Nunez. Nel film, Almodóvar ci svela come anche il silenzio possa essere denso di significati, come le stanze vuote possano trattenere le impronte di chi non c’è più, rendendo il loro ricordo qualcosa di vivo, di tangibile. In Come soffioni nel vento di primavera, ogni luogo è uno spazio abitato dall’amore passato, un rifugio dove il dolore, accolto e trasformato, diventa una dolce presenza che ci accompagna.

Un canto d’amore eterno: l’essenza di “Come soffioni nel vento di primavera”

Questo libro, dedicato a Marta, è per Nadia Capellini un omaggio intimo, una lettera d’amore e di ricordo. La sua scrittura, che sembra accarezzare l’anima, ci invita a scoprire che la vera separazione non risiede nell’assenza fisica, ma nel dimenticare. L’autrice ci ricorda che chi amiamo non se ne va mai veramente, ma continua a fiorire dentro di noi, come quei semi di soffione che, trasportati dal vento, trovano nuovi terreni dove germogliare. Come soffioni nel vento di primavera non è solo una storia di perdita, ma un canto d’amore eterno, un invito a mantenere vivo il legame, a lasciarsi toccare dalla dolcezza dell’assenza, trasformandola in un’eredità di luce.

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