La Storia della Filosofia Occidentale – Capitolo X: Democrito (I Parte)

Anche se Democrito viene considerato da sempre il fondatore del cosiddetto atomismo, bisogna ricordare che questi fu allievo di Leucippo di Mileto, del quale però non rimane quasi nessuna notizia.

Contemporaneo sia di Socrate che di Platone, Democrito si dedicherà prevalentemente alla natura, non disdegnando l’interesse anche per argomenti maggiormente inerenti alla morale e al linguaggio.

La conoscenza tra sensi ed elaborazione intellettuale

Seguendo in parte la strada tracciata dal pensiero eleatico inerente alla dicotomia tra realtà ed apparenza, Democrito preferisce un approccio più soft. Pur dividendo una conoscenza razionale da una più oscura e legata ai sensi, il filosofo di Abdera considera il rapporto tra i due tipi di sapere caratterizzato da una indissolubile continuità:

  1. Sussiste inizialmente una constatazione delle cose che parte dall’esperienza sensoriale;
  2. I dati vengono quindi sviluppati attraverso un’elaborazione intellettuale autonoma;
  3. Si arriva ad una teoria che spieghi ciò che i sensi possono solo mostrare superficialmente.

Il riconoscimento del ruolo dei sensi nel processo che porta alla verità rappresenta un passo avanti importante per il prosieguo di una linea di pensiero che un giorno si tramuterà nel metodo scientifico attualmente adoperato nelle scienze dall’uomo.

Gli atomi e le loro proprietà

Attingendo ancora una volta all’Eleatismo, gli atomisti come Democrito tenteranno di portare idee come l’essere ed il non-essere su un piano puramente fisico.

Non a caso, si fa riferimento a concetti come “pieno” o “materia” per intendere lo spazio occupato dagli atomi, e al concetto di “vuoto” per definire quello spazio in cui gli atomi non sono presenti, ma che è evidentemente esistente poiché permette agli stessi di muoversi. Senza vuoto, di fatto non sarebbe possibile il movimento.

La definizione degli atomi, in ogni caso, deriva dalla volontà di ricercare dei costituenti ultimi della materia, ovvero delle particelle che non possono essere scisse, utili per spiegare ciò che appare da un punto di vista razionale: è una deduzione teorica, basata sull’assunto secondo cui il concetto di divisibilità caro a Zenone sia esprimibile solo dal punto di vista logico-matematico, ma non nella realtà materiale.

Dalla mente ordinatrice di Anassagora alla necessità meccanica di Democrito

Gli atomi sono eterni, pieni, ingenerati ed immutabili, e possono essere differenziati solo in base alla loro geometria e grandezza, le quali insieme alla loro composizione determinano le qualità dei corpi, che a loro volta si muovono nel vuoto degli spazi liberi. Inoltre, il movimento caotico degli atomi, secondo Democrito, sarebbe alla base della creazione di infiniti mondi che nascono e muoiono perpetuamente.

In definitiva, l’atomismo può essere considerato come la prima dottrina di matrice materialista, secondo cui l’unica sostanza e causa di tutte le cose è la materia.

Il concetto finalistico di mente ordinatrice di Anassagora, in tal senso, viene superato dalla volontà di interpretare la natura con la sola natura, seguendo quella che viene definita come una necessità meccanica. La domanda da porsi non è più “a che scopo?”, ma “in virtù di quale causa?”.

di Daniele Sasso

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