Gli assiomi della comunicazione di Watzlawick – IV Parte: il linguaggio Numerico e quello Analogico

Il nostro viaggio alla scoperta degli assiomi della comunicazione di Watzlawick continua con il quarto assunto esposto dallo psicologo austriaco, il quale concerne le possibilità, in uno scambio di messaggi tra individui, di fare riferimento agli oggetti in modo diverso. La similitudine che soggiace al ragionamento, in questo caso appartiene al mondo delle macchine.

I calcolatori numerici utilizzano un sistema per il quale sia i dati che le istruzioni vengono elaborati in forma di cifre. I numeri non sono altro che i nomi in codice assegnati arbitrariamente a degli oggetti.

Per fornire un esempio più vicino a noi, Watzlawick fa notare la relazione tipica tra un numero di telefono e la persona che risponderà se proviamo a chiamare quel numero. La corrispondenza tra la persona e il numero è totalmente arbitraria, e non dipende in nessun modo da una somiglianza tra i due elementi.

Nei calcolatori analogici, di converso, i dati assumono una forma che rispecchia proprio l’analogia con l’elemento rappresentato. A tal proposito, potremmo fare riferimento ad una moltitudine di esempi, tra i quali l’intensità degli impulsi di corrente.

Nel trasporre gli stessi concetti ai rapporti tra esseri umani, le comunicazioni numerica e analogica possono essere definite come delle alternative nell’esprimersi che fanno riferimento al rappresentare ciò di cui si sta parlando con un’immagine, oppure al dargli un nome.

I due metodi sono equivalenti, esattamente come i concetti di analogico e numerico. Nel momento in cui utilizziamo una parola per dare un nome ad un oggetto (comunicazione numerica), il rapporto è stabilito arbitrariamente e segue la sintassi della nostra lingua (la parola “gatto”, chiosa Watzlawick, non è altro che una convenzione arbitraria)

Nella comunicazione analogica, invece, è necessario utilizzare qualcosa di simile a ciò che si vuole definire. Ancora una volta, un esempio lampante viene in soccorso della comprensione del lettore.

Mentre sarebbe impossibile capire una lingua straniera ascoltandola alla radio, potrebbe essere invece possibile comprendere un messaggio espresso con il linguaggio dei segni, poiché questi in qualche modo danno un’idea di ciò che si sta comunicando.

In sostanza, la comunicazione analogica può essere definita come ogni forma di messaggio espresso in maniera non verbale. Non solo dai movimenti delle mani e del corpo, ma anche dall’inflessione della voce e dall’espressione del viso.

Il IV assioma puntualizza come il modulo numerico, caratterizzato da una sintassi logica complessa e di estrema efficacia, ma carente di una semantica adeguata nell’ambito relazionale, sia maggiormente adatto per esprimere il livello di contenuto concettualizzato nel II assunto.

Il modulo analogico invece, lacunoso per quel che riguarda la sintassi utile a definire con certezza la natura delle relazioni, è più adatto ad esprimere il livello di relazione che definisce i ruoli nello scambio di messaggi.

Non a caso, i due moduli necessitano di essere integrati per una comunicazione efficace. La capacità di tradurre e cambiare da un modulo all’altro, nonostante possa implicare una notevole perdita di informazione, diventa una necessità fondamentale dell’individuo nella gestione della relazione.

di Daniele Sasso

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