Ricercatori insegnano alle api a “leggere” i simboli matematici

Un linguaggio permette di comunicare tramite l’uso di simboli, includendo la codifica di concetti astratti e la capacità di comprenderli.
Questi possono essere di natura sonora, visuale, anche tattile (come nel Braille).

La matematica è essa stessa un linguaggio, con simboli e regole. A differenza delle lingue la si ritiene universale, comprensibile a prescindere dalla propria tradizione culturale o localizzazione geografica.

Non a caso quando si pensa in che modo poter comunicare con un’eventuale civiltà extraterrestre progredita la base è sempre la matematica coi suoi principi, talmente universali che alcuni ricercatori sono riusciti a insegnarli alle api.

Già negli anni 70 il premio Nobel Karl von Frisch dimostrava che un ape esploratrice è in grado di comunicare, tramite sorta di balletto, direzione e distanza dei fiori ricchi di nettare appena individuati.
E già si sapeva le api siano in grado di riconoscere concetti aritmetici di base come zero e quantità nonché eseguire semplici addizioni e sottrazioni.
Grazie a un esperimento, ricercatori dell’Université de Touluse III – Paul Sabatier e della RMIT University si sono spinti oltre.

All’ingresso di un labirinto a forma di “Y” le api incontrano un segnale di “numerosità”, per esempio tre forme geometriche; una volta passato l’ingresso devono scegliere se andare a destra o a sinistra, oltrepassando varchi contrassegnati da simboli quali N o T. Scegliendo la direzione giusta trovano una soluzione zuccherina, mentre dietro l’ingresso sbagliato c’è del chinino (innocuo, ma dal gusto sgradevole).
Un altro gruppo di api è stato sottoposto all’addestramento inverso: s’imbattono prima in un simbolo (per esempio N) e poi nella scelta fra due diversi contrassegni di numerosità, uno composto da due forme geometriche e l’altro da tre.
Dopo cinquanta “prove” entrambi i gruppi hanno dimostrato di aver imparato a fare la scelta giusta e ciò avviene anche se forme geometriche e colori dei segnali vengono modificati: due triangoli rosa, due cerchi verdi, due esagoni blu vengono sempre interpretati come “due”.

Le api sono quindi in grado di correlare un simbolo specifico a una quantità specifica (per esempio T diventa sinonimo di 2). Ma è stato anche dimostrato che una volta imparato tramite una delle due sequenze, prima il simbolo poi la numerosità oppure prima la numerosità poi il simbolo, non sono poi in grado di imparare anche tramite il ragionamento inverso.

In passato i ricercatori avevano scoperto che scimpanzé, scimmie Rhesus, perfino i piccioni e, in un singolo caso, addirittura un pappagallo sono in grado di comprendere il senso di un numero arabo o del suo nome scritto (per esempio in inglese); questa ulteriore ricerca conferma che tale capacità è più diffusa di quanto un tempo ritenuto e diverse creature oltre all’uomo siano in grado di impararla, se viene loro insegnato.

Di Corrado Festa Bianchet

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